Avrei dovuto postare ieri la nostra rubrica, sapendo che non sarei stata a casa tuto il giorno avevo pensato di programmarlo in modo tale che all'ora da me stabilita fosse online puntuale come ogni mese.
Ecco, non chiedetemi che ho combinato, ma ivece ho cancellato tutto.
Bah lasciamo stare, e passiamo subito alle parole di Daniela.
Non è stato semplice decidere a quale donna
dedicare questa puntata, ogni idea mi sembrava poco interessante.
Dopo aver riflettuto a lungo - e dopo essere stata nuovamente
tempestata da notizie di cronaca letteralmente inconcepibili - ho
deciso di parlarvi non di una donna, ma di tante donne, le Donne
vittime di violenza.
Mogli, mamme, figlie, cugine, nipoti, amiche,
fidanzate...donne! Donne che hanno sempre guardato con sospetto
l'ignoto, perchè fin da piccole ad una donna insegnano di non dare
confidenza agli estranei, di non camminare da sola, di notte, in una
strada buia, di chiudere sempre bene la porta a chiave per evitare di
essere rapinate, violentate, uccise.
Nessuno dice mai ad una bambina: "piccola
mia cerca il grande amore, sposati, fai dei figli ma fai attenzione,
non abbassare mai la guardia perchè tuo marito, il tuo campagno, il
padre dei tuoi figli, l'uomo che dorme in fianco a te ogni notte,
potrebbe essere così folle da ucciderti per gelosia, per
possessività o anche solo per liberarsi di te!"
Siamo state abituate ad avere paura dell'uomo
nero, ma se l'uomo nero fosse proprio quello che abbiamo accanto e
che abbiamo scelto?
In Italia ogni minuto
- il tempo di un caffè - due donne subiscono violenza.
In Italia ogni tre
giorni una donna viene uccisa.
Dati che fanno fa accapponare la pelle.
E la morte avviene per mano di un familiare,
qualcuno che dovrebbe avere lo scopo di proteggere.
Purtroppo poi solo in
rarissimi casi l'omicidio avviene per un raptus, generalmente è il
culmine di lunghi periodi di violenza e maltrattamenti da cui le
donne non hanno saputo - o voluto per paura - fuggire.
Solo nel 2013 sono
state uccise 135 donne e siamo a
92 donne per il 2014 calcolate fino al 8/10/2014 (fonte
http://prosmedia.org/osservatorio-sul-femmicidio/)e
questo numero si riferisce ai casi certi, quelli dove il colpevole
viene scoperto; ci sono poi tutte quelle donne che scompaiono senza
lasciare traccia e per la cui sparizione mariti o familiari di vario
genere e ruolo sono indagati ma non ancora condannati.
Moltiplichiamo questi numeri per il resto del mondo ed avremo dei
risultati assurdi, incredibili, inconcepibili!!!
E nella maggior parte dei casi si parla,
purtroppo, di tragedie annunciate.
Per preparare questo post ho fatto ricerche per
circa un mese e mentre facevo ricerche continuavo ad imbattermi in
notizie nuove. Giorno dopo giorno i casi aumentano ed io resto sempre
più addolorata perchè a parte quelli di cui si parla più, ce ne
sono tantissimi altri a cui vengono dedicate poche righe e finiscono
nel dimenticatoio.
E' per questo che oggi ho pensato di dedicare a
queste donne il mio ritratto e di scrivere il meno possibile perchè
voglio lasciare la parola ad alcuni dei loro volti, ai loro sorrisi
spezzati...
Dopo le immagini di chi non ce l'ha fatta
troverete però la testimonianza di una donna che ha subito violenza
e che è riuscita a denunciare e ad evitare il peggio, perchè
uscirne si può e lo si deve a se stesse!!!!!
Concetta Traina, 27 anni, uccisa a coltellate insieme alla madre dall'ex fidanzato
Ivana Scintilla, 27 anni, accoltellata dal marito - che poi si è tolto la vita - davanti ai due figli
Mary Cirillo, 24 anni, madre di quattro figli, uccisa dal marito con un colpo di fucile
Fabiana Luzzi, neanche sedici anni accoltellata e bruciata viva dal fidanzatino di 17 anni
Ilaria Leone, 19 anni, strangolata e morta soffocata dal suo stesso sangue
Giuseppina di Fraia, 52 anni, investita con l'auto e bruciata dal marito (in foto)
Michelle Campos, 21 anni, uccisa a colpi di martello alla testa dal fidanzato
Cristina Omes, 38 anni, uccisa dal marito insieme ai due figlioletti di 5 anni e 20 mesi
Ed ora dopo tutta questa tristezza, vi voglio
lasciare con una storia che, per quanto dura e dolorosa, è però una
storia a lieto fine. Ve la voglio fare raccontare da lei, questa
donna forte e coraggiosa che ha avuto la capacità di uscirne non
senza dei grandi strascichi psicologici!
Non vi dirò il suo nome per preservare la sua
persona, ognuno di voi potrà darle nella sua mente il nome che
vorrà:
"Qualche anno fa
ero una studentessa, una persona piena di sogni nel cassetto, ma con
un presente un po' noioso. Fidanzata con lo stesso ragazzo dai tempi
del liceo, due lavori per mantenere l'appartamento in città e una
vita piena di impegni. La mia situazione sentimentale era un po'
smorta, tanti anni alle spalle e interessi che piano piano erano
sempre meno in comune. Decisi di concludere una storia che si stava
prolungando per l'abitudine, ma me ne pentii dopo poco. Nel frattempo
incontrai un uomo formidabile, dolce, comprensivo che mi regalò la
sua amicizia, lo chiameremo Mister
X. Dopo qualche tempo me ne
innamorai. Bello davvero, mi sentivo rinata, vitale, il sorriso era
tornato a brillare sul mio viso, mi sentivo come una ragazzina
gioiosa. Ma non durò a lungo.
Piano piano mi accorsi
che le sue idee erano sempre più importanti ma soprattutto giuste e
le mie ovviamente sbagliate e sciocche. Il mio pensiero politico era
da plasmare perchè io ero una persona ignorante da educare. Per un
po' mi sono divertita, in fondo per me era una sfida, i nostri
battibecchi credevo fossero dei giochi per confrontarci e conoscerci,
ma mi sbagliavo. Con il passare del tempo si discuteva fin che non
gli dicevo che aveva ragione; poi si sono susseguiti degli episodi
particolari: un giorno mi disse di guardare il sole dal finestrino
della macchina, io non riuscivo dalla mia posizione, così mi prese
per i capelli (non in maniera violenta, ma comunque decisa, forse
troppo) e mi girò la testa per farmelo vedere. Qualche giorno dopo
volevo entrare in un negozio di scarpe, ma ero indecisa perchè avevo
lasciato il bancomat a casa e lui mi spinse dentro con una certa
enfasi.
Non diedi a questi
episodi una grande importanza perchè era davvero la persona più
gentile e disponibile che avessi mai conosciuto, e non riuscivo a
capire come fosse successo, forse lo avevo solo interpretato male.
Poi come ho scritto precedentemente ha iniziato a impormi le sue
idee.
Perchè non l'ho
lasciato subito? Questa è
una bella domanda. Proverò a spiegare il perchè, anche se credo che
non sia comprensibile a qualcuno che non l'ha vissuto. Mister
X ha fatto in modo di essere l'uomo perfetto
e ci ha messo mesi e mesi di duro lavoro. Aveva un lavoro decisamente
importante, una famiglia rispettabile altolocata, insomma era
difficile per la mentalità media colpevolizzarlo di qualche cosa.
Ha creato intorno a se una luce perfetta in modo che i miei occhi e
quelli dei miei cari o dei miei amici lo vedessero così.
Quando ho provato a dire ad un'amica che erano capitate queste cose,
lei mi ha detto che forse mi ero sbagliata, Mister X non può aver
detto questo dai, lo conosco, è così dolce, pende dalle tue labbra,
ma figurati, magari sarai un po' stanca e avrai interpretato male.
Poi sono arrivati i
litigi forti, le scenate di gelosia le piccole violenze. Volete
sapere perchè anche allora non l'ho mandato via? La pazza ero io.
Intorno a me si era creato il vuoto: lui aveva convinto tutti che la
storia con il mio ex mi aveva distrutta, il lavoro e la scuola mi
stressavavo a tal punto che io avevo bisogno di aiuto, che gli facevo
discorsi inconcludenti. Ha registrato con il cellulare un pezzo di
una nostra litigata dove io lo mandavo a stendere, e l'ha fatta
sentire al mio capo, ai miei genitori, ai miei amici. Lui piangeva
con tutti, andava a dire che voleva sposarmi e tra le lacrime diceva
che andavo curata, dovevo prendere dei farmaci perchè ero
schizzofrenica.
Quando mi colpiva si
buttava per terra e cominciava a piangere, dicendo che avevo fatto
tutto da sola, che avevo sbattuto la testa contro il muro da sola e
adesso davo la colpa a lui. Dovevate vedere i suoi pianti, sembrava
un bambino e mi diceva che voleva solo aiutarmi. Io non osavo parlare
con mia madre, è anziana, io sono figlia unica ma so che lei non gli
credeva. I suoi colpi erano davvero ingegnosi, mai un segno visibile.
Nel caso lo avessi raccontato non c'erano prove.
Un giorno capitò una
cosa molto grave, ma non mi va di parlarne, quindi perdonatemi. Io
ero a pezzi, mi sentivo sola, mi sentivo folle, ero convinta di avere
un problema e non sapevo come fare. Un lavoro l'avevo perso grazie a
lui, ma rimaneva l'altro: il mio capo è sempre stato dalla mia parte
(ovviamente non sapeva le cose capitate, altrimenti oggi posso
affermare che lo avrebbe denunciato lui) ma non ha mai creduto a una
parola uscita dalla bocca di Mister X. Comunque grazie al mio capo e
al mio attuale marito (all'epoca eravamo amici) riuscii a lasciarlo.
E secondo voi è finita? Nooooo. Iniziarono gli appostamenti sotto
casa o in qualsiasi altro luogo, le telefonate anonime con minacce e
poi una bella segnalazione dai carabinieri. Ma la volete sapere una
cosa: la mia parola contro la sua. I carabinieri mi dissero di fare
attenzione, perchè se lui era così furbo, avrebbe potuto denunciare
me per diffamazione.
Perchè sono stata dai
carabinieri? Ci ho messo un po', e se non avesse continuato a
perseguitarmi dopo la rottura forse non lo avrei fatto. Ma riusciva
ad entrare nei miei profili di facebook, di posta elettronica e
scriveva messaggi a mio nome alle persone, si faceva trovare fuori
dal lavoro e mi rideva in faccia dicendo che mi avrebbe fatto
rinchiudere, che i miei genitori sarebbero morti di frustrazione e
che lui avrebbe dato loro delle prove inconfutabili della mia pazzia,
che io ero schedata e non lo sapevo. Ecco, forse ha toccato l'unico
tasto in grado di svegliarmi: i miei genitori. Guai a chi me li
tocca. Poi sono stata da uno specialista e volete sapere cosa mi ha
detto? Che ero tanto stressata e avevo bisogno di una vacanza ma che
le persone "malate" sono altre, quindi lei non avrebbe
potuto aiutarmi.
Ci ho messo un anno a
smettere di sobbalzare al primo rumore o a non urlare nel sonno, ma
oggi sto bene. Certo, ho perso la spensieratezza, l'allegria e
l'innocenza di prima, ma ho una famiglia meravigliosa che mi ama così
come sono.
Vi chiedete perchè
voglio rimanere anonima? Ho una famiglia, dei genitori che adoro e
non voglio che soffrano e sono stufa, stanca. Ma vivo ancora con
l'ansia che un giorno decida di cercarmi perchè non ha di meglio da
fare. Io mi sono sentita in trappola, come se fossi legata ad una
sedia con delle corde spessissime e mi sentivo presa in giro, perchè
lui faceva così. Non volevo uscirne perchè ero da sola ed era
difficile, quasi insopportabile, così per tre anni sono stata
schiacciata psicologicamente. Quando decisi di metter fine a questa
storia mi sono sentita la gola bruciare, come quando rischi di
affogare per la mancanza di ossigeno e senti i polmoni bruciare.
Però oggi sono qui,
sono felice, e posso raccontare questa storia."
Ringrazio questa amica che ha voluto
condividere con noi la sua dolorosa esperienza e spero che come lei,
molte altre donne, potranno trovare la forza di denunciare e di
farsi aiutare.
E a noi tutti dico: cerchiamo di prestare
attenzione alle donne che abbiamo intorno, non minimizziamo un
avvenimento, una parola, una richiesta di aiuto... spesso per chi
subisce violenza è difficilissimo riuscire a rivolgersi ad un
familiare o ad un'amica e trovare dall'altra parte un muro di sicuro
non aiuta!!!
Spero che nessuna di voi ne abbia la necessità,
ma vi lascio un link con tutti i numeri di telefono dei Centri
Antiviolenza per donne maltrattate a cui è
possibile rivolgersi per un aiuto:
Questo è un tema che abbiamo già trattato, e che non ci stancheremo mai di trattare, non è un problema solo di alcuni, è un problema di tutti.
E parlando dell'Italia non possiamo nemmeno attribuire la colpa all'ignoranza come quando si parla di paesei meno sviluppati, dove certe scene sono parte del vivere comune. Non siamo da meno, solo che qui le cose si fanno di nascosto e poi tutti si stupiscono "era una così brava persona, non me lo sarei mai aspettato". La verità portroppo è che spesso si chiudono gli occhi, che si tende a minimizzare, a credere che a noi non potrà mai succedere.
Sono tante le donne che subiscono violenza che vivono nell'ombra, solo loro possono trovare la forza di uscire allo scopoerto, dal canto nostro tutto quello che dobbiamo fare è essere in grado sostenerle.
Anche se devo ammetterlo, è sconfortante sentirsi dire da chi ti dovrebbe proteggere che non può fare nulla per te, che anzi se porti avanti la denuncia potresti essere tu ad andareci di mezzo. Insomma oltre il danno la beffa.
Però bisogna insistere, qualcuno (rare mosche bianche) c'è che veramente vuole aiutarti, e capita di trovare quallo che dice "Possiamo fare poco, e c'è il rischio che la cosa vi si ritorca contro, ma insistete, anche se ci vorrà tempo, voi avete ragione e prima o poi vi verrà riconosciuta"
Anche per questo mese vi saluto ricordandovi come sempre che potete seguire la nostra rubrica sui blog di
Daniela Un libro per amico
E potete venirci a trovare sulla nostra pagina Facebook
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