Sì lo sappiamo, il primo lunedì di Novembre abbiamo mancato il nostro appuntamento e orra siamo qui per rimediare, quindi vi lasacio sucuto al ritratto di Clara
Questa
è una storia che fa brutto.
Anzi,
non brutto, proprio brutto brutto, eh.
Sedetevi,
prego.
Siamo
negli anni 50, ma non quelli in cui si cotonavano i capelli e si
metteva l'eyeliner.
No,
nemmeno quelli in cui si andava in giro col decolletè in bella
vista, anche se questo racconto è ambientato in un paese dove faceva
un caldo bboia e quindi per forza che tutte uscivano con la mercanzia
al vento.
Dai,
indovinate dove siamo.
Chi
ha detto Canicattì? No, sbagliato.
Manco
Rio de Janeiro, no.
Amici,
romani, concittadini: siamo in Egitto. E tra un po' capirete perchè
c'ho inserito quel “romani”.
Dunque,
Egitto. Non c'erano I cammellieri che cercavano di scroccare soldi ai
turisti giapponesi davanti alle Piramidi, non c'erano I venditori di
stampe su finta pergamena made in China, non c'erano gli hotel a
cinque stelle in cui comunque è meglio non mangiare polpette perchè
si sa che che non si è mai sicuri di quello che ci mettono dentro
'sti benedetti cosi (che magari va a finire come quando ti prendi
quelle dell'Ikea e scopri di esserti pappato il cavallo preferito di
Moira Orfei)...però c'era il Nilo, e c'erano le casettine belline di
fango, e c'era tanto, tanto scazzo nell'aria. E perchè mai, direte
voi, 'sti egiziani c'avevano da stare imbronciati?
C'avete
ragione mortacci loro, io sono qua in mezzo alle risaie e alla nebbia
e loro lì beati e hanno pure il coraggio di stare sversi, hanno.
Eh,
amici, il fatto è che brutte cose brutte assai si prospettavano per
il paese: sul trono sedeva Tolomeo XIII, detto “u strunz”.
Tolomeo
era più viscido di una lumaca, anche se sicuro sicurissimo lui manco
sapeva cosa fossero le lumache, perchè se una lumaca diceva alla sua
famiglia “Cia' regà, me ne vado in vacanza in Egitto” dopo due
minuti in spiaggia sotto il sole diventava più secca e grinzosa di
un hamburger del Mc Donald's.
Dicevamo,
il nostro Tolomeo aveva, a quel tempo, dato ospitalità a Pompeo,
triumviro romano, nemico ed ex socio del celebre Cesare e fondatore
della famosa compagnia calzaturiera “Pompea no stress”.
Gli
affari di recente non erano andati molto bene, e così Pompeo aveva
deciso di dare una bella lezione a Cesare a Farsalo, così quel
burino avrebbe capito quale terribile sbaglio aveva commesso a non
voler mettere in commercio le
calze-per-i-vegani-calde-come-quelle-di-lana-ma-non-di-lana.
Oh
sì, avrebbe pagato quell'errore col sangue.
Peccato
che Pom, vuoi per il troppo stress, vuoi per i troppi Mc Bacon che si
era magnato mentre guardava gli spettacoli al Colosseo, venne
miseramente sconfitto in quel triste giorno del 48 e corse a chiedere
asilo in Egitto.
“Oh,
caro, caro Pompeo – disse Tolomeo – ma certo che ti offrirò la
mia protezione! Aspetta, aspetta, è una svendita di calze
all'ingrosso quella che vedo là dietro??”
Manco
il tempo di girarsi e il nostro amico era già stato decapitato. Più
senza testa di Maria Antonietta e più sfigato di Paperino, un minuto
il romanaccio stava a provarsi autoreggenti e quello dopo puf!,
sparito.
Tolomeo,
gonfio di orgoglio, era già tutto ringalluzzito al pensiero di
presentare la testa a Cesare su un piatto d'argento, sicuro di
ingraziarselo.
Peccato
che il buon Cesare non apprezzò per nulla quel gesto e lo trovò
immensamente scortese, perchè ok che ogni paese ha le sue
tradizioni, ma non è buona educazione tagliare la testa agli ospiti,
e su questo non ci piove.
Quando
l'egiziano gli portò il capo dell'ex triumviro, il generale romano
mise in pausa la partita Lazio-Juve su Skype e, ci tramandano le
fonti, pronunciò tali parole: “Ah Tolomè, io uno più burino di
te non l'ho mai visto! Nun se fa così, ecco, provace n'antra vota e
te spiezzo in due. Mo famo 'na cosa, io governo l'Egitto, tu te ne
stai buono e muto sul trono e non rompi er BIIIIP e tutti semo
felici. Ah, e domani voglio vedere te e tua sorella Cleopatra qua nel
mio palazzo. Ora vattinne che c'è il servizio della D'Urso su Totti
e la Blasi e Scianel, sciò”.
Alt!
Fermi tutti! Se vi state chiedendo:
- Ma che sta a dire questa?
- Ma si droga?
- Non dovevamo parlare di signore, signorine e compagnia bella?
Nell'ordine
vi posso rispondere:
- Era un preambolo, e fatevi una bella iniezione di pazienza, cheddiamine.
- No. O forse mi drogo troppo per ricordarmi che mi drogo.
- Ecco, ora comincia la nostra storia.
Cleopatra
è, come si suol dire a Oxford, una bella gnocca. E' giovane, minuta
e affascinante.
Sa
che il fratello ha già provato a spezzarle le corna e lo farebbe
volentieri di nuovo, perchè Tolomeo è appunto più viscido della
lumaca detta sopra, e quindi la nostra amica ha bisogno di un alleato
potente.
Deve
fare un'entrata strafighissima a palazzo che gli permetta di
impressionare Cesare ma anche di evitare che il fratello la sgami
mentre è nella reggia.
E
dunque? E mo? E che famo? Vabbè, che domande: quello che ogni donna
farebbe, avvolgersi in un un tappeto e farsi recapitare nella stanza
del romano de Roma!
Immaginatevi
la Cleo che esce come una colomba dal cilindro, vestita di lino
bianco, ingioiellata, coi capelli corvini lucidi...come faceva Cesare
a non prestarle attenzione? Sicuramente gli si saranno drizzate
le...antenne.
E
niente, per farla breve i due si innamorano, sconfissero Tolomeo,
fecero un pupo (Cesarione) e un viaggio a Roma. Ah sì, e Cleo sposò
l'altro suo fratello Tolomeo XIV, ma tanto lui nessuno se lo fila
mai.
I
piccioncini stettero nell'Urbe per due anni, e Cleopatra fu
ovviamente chiacchierata e guardata con sospetto, un po' come
un'anziana guarda male ogni ipotetico scippatore sul bus o come Bossi
guarda gli stranieri.
Passò
un giorno, ne passò un altro, poi a marzo del 44...zac, Cesare venne
pugnalato alle spalle.
Letteralmente,
eh.
La
nostra eroina tornò in Egitto ma non si perse d'animo: sapete come
si suol dire, “morto l'uomo più potente del mondo, te ne sposi un
altro”, e stavolta fu il turno di Antonio.
Antonio,
Marco Antonio, con licenza di uccidere.
Di
nuovo, un colpo di fulmine: doveva essere un incontro politico, finì
in...ehm, censuriamo di nuovo. La regina arrivò a Tarso su una
barcazza profumosa di fiori, piena di belle tipe e cibo da paura.
“Mazza
oh – dissero tutti quelli che videro il vascello – 'sta regina
d'Egitto ci sta dentro”.
“Mazza
oh – disse Antonio quando la vide – 'sta qua due bottarelle...”.
“Mazza
oh – disse Cleopatra – 'sto Antonio stai a vedere come me lo
spenno”.
Complice
del buon vino e tanta di quella carne che la metà sarebbe bastata
per sfamare il Biafra, i due si chiusero sottocoperta e buonanotte al
secchio.
Il
giorno dopo la bella Cleo tornava ad Alessandria d'Egitto con Antonio
sotto un braccio e tre test di gravidanza positivi sotto l'altro.
Altro
che “16 and pregnant”.
Però...però,
però però.
C'è
un però.
Antonio
in realtà avrebbe dovuto farsela con Ottavia, sorella di Ottaviano
(viva l'originalità onomastica). Ottaviano era potente mica da
ridere. Ottaviano si era incazzato perchè “va' 'sta egiziana qua,
manco porta I pantaloni e detta legge, non ci sono più le stagioni
di una volta e pure il kebab non lo trovi più a 3.00 euri a
Torpignattara”.
Ottaviano
dunque si alzò un giorno e disse: “Ambrogio, ho voglia di qualcosa
di buono. Portami un Ferrero Rocher e l'Egitto”.
Pam,
detto fatto: il fedele Ambrogio comprò direttamente la Ferrero e un
bel po' di navi, che nel 31 fecero un mazzo tanto alla flotta di
Antonio ad Azio ('sti azzi...).
La
coppia si barricò ad Alessandria: lui si suicidò, Cesarione fu
ucciso, gli altri figli portati a Roma.
Cleopatra
si rinchiuse nel mausoleo dei Tolomei e si fece mordere da un aspide
facendo vedere a tutti che era una donna, sì, ma c'aveva le palle
quadre.
La
Cleopatra era una cazzuta, e questo è mio Ritratto.
Clara
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Clara ThePauperFashionistE potete venirci a trovare sulla nostra pagina Facebook
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