mercoledì 30 aprile 2014

Frullato al Mango

Tra i nuovi arrivi a casa c'è stato, oltre alla già citata impastatrice Kitchen Aid, c'è stato anche un tanto sospirato e richiesto (da me sicuramente) tritatutto.
Io volevo proprio il robot da cucina del frullatore ne faccevo volentieri a meno, ma visto che quello era compreso come accessorio, non è che lo si poteva rimandare indietro.
Insomma alla fine a furia di vedermelo davanti ho pensato che non mi sarebbe dispiaciuto metterlo in funzione.
Così ho deciso di darmi anche ai frullati, mi sembrano una buona idea per una merenda o una colazione fresche ma anche sane.

Ingredienti:
1 mango
2 cucchiai di gelato alla fragola
1 yogurt ai lamponi
Bacche di Goji

Preparazione:
Pelate il mango e fatelo a cubetti eliminando il nocciolo duro (ammetto che non sono molto abile con questa operazione ma insomma, in qualche modo ci sono riuscita).
Mettete il mango nel bicchiere del frullatore insieme al gelato (ne ho preparato uno molto semplice frullando fragole congelate con un po' di latte), lo yogurt  e una decina di bacche.
Frullate fino a quando non sarà completamente liscio.
Il mango è un po' fibroso, quindi  potreste avere bisogno di insistere un po'.


lunedì 28 aprile 2014

Caramelle arcobaleno

E' lunedì cosa che già da sola, per la maggior parte delle persone è devastante, non rientro nella categoria visto che io il saboto e la domenica lavoro anche di più, quindi per me il lunedì in realtà significa un po' di pace, ma capisco il sentimento.
Dicevo è lunedì, e piove.
E io sta mattina ho anche fatto un po' di casino con i post da pubblicare (ma magari non se ne è accorto nessuno, quindi non diciamolo troppo ad alta voce, che la cosa rimanga tra noi)
Per riprenderci un po' una ricetta di quelle belle colorate come piacciono a me.

Ingredienti:
-1 kg di cioccolato bianco
-750 gr di latte condensato
-sale
-3 cucchiaino di estratto di vanglia (o di altro aroma che preferite, io l'ho lasciato senza aromi)
-coloranti alimentari in gel

Preparazione:
Foderate una teglia quadrtata di circa 23 cm con un foglio di alluminio leggermente unto.
Spezzettate il cioccolato e suddividetelo in sei parti uguali.
Mettetelo in una terrina resistente al calore.
Ad ogmni parte di cioccolato aggiungete un sesto del latte condensato, un pizzico di sale e (se lo volete) 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia.
Mettete la ciotola a bagnomaria e fate sciogliere lentamente il cioccolato mescolando in modo da enderlo liscio .
Quando il cioccolato è completamente sciolto aggiungete qualche goccia di colorante.
Trasferite il cioccolato fuso nella teglia e disrtibuitelo in uno strato uniforme su tutta la superficie.
Sarà uno strato molto sottile, ma ricordate che è solo il primo di sei.
Riponete la tegia in frigo per circa una mezz'ora in modo che cominci a rassodare.
Preparate allo stesso modo anche gli altri strati, lasciando riposare mezz'ora in frigo ogni colore prima di procedere con il successivo.
Un volta termitao lasciate il tutto in frigo per alcune ore (anche tutta la notte) in modo che si rassodi del tutto.
Quando sarà completamente freddo sfilate il foglio di alluminio dalla teglia e ritagliate tnate caramelle a cubetti.
Personalmente vi consiglio di farle piuttosto piccole, essendo molto dolci se fossero più grandi di un boccone rischiate che stufino prima ancora di averle finite di mandare giù.



sabato 26 aprile 2014

30 Day Sherd: Livello 3

Cio ho messo un po' a pubblicarlo ma ci sono, sto continuando il programma.
Archiviato (finelmente) il livello 2, si prosegue con il livello 3
Su You tube lo trovate qui
Solo un po' più faticoso del precedente. Questo lo dici tu cara Jillian, quantificami questo un po perchè io sto per morire.
Prima di tuto le misure:
-peso: invariato
-giro seno: invariato
-vita: -1 cm
-fianchi: invariato
-gamba: -2 cm
-braccio: invariato
-ginocchio: -1cm

GIORNO1
Parto sempre molto ben lanciata il primo giorno, poi comincio a perdere fiato già durante il riscaldamento epenso AIUTOOOOOO.
Per riuscire a stare dietro a loro io devo assolutamente rallentare un po' il ritmo, l'importante è non fermarsi.
A parte tutto però devo dire che una volta finito il work out, quando mi sono ripresa abbastanza da alzarmi, e mi sono fatta la doccia, la sensazione di stanchezza e dei muscoli che lavorano è davvero appagante.

GIORNO 2
Dunque io faccio gli esercizi davanti allo specchio, pensavo che fosse una buona idea potevo guardarmi allo specchio e controllare la postura, in realtà ho finito per farmi le boccacce da sola prendendomi in giro per come eseguivo gli esercizi. E poi ci si mette anche lei, secondo esercizio del primo circutio "posizione superman" dai io già faccio fatica a stare seria di mio

GIORNO 3
E se dicessi che tutto sommato trovo questo livello meno difficoltoso del secondo?
Non fraintendetemi è bello pesantuccio eh! Solo che preferisco questi esercizi, quindi l'impressione mia è questa.

GIORNO 4 e 5 e 6
Il programmma procede, piano piano (ho saltato ancora un giorno) ma procede.
A questo punto avrei dovuto misurarmi, ma tra il salto dell'allenamento quotidiano, e le schifezze che sto mangiando credo che i risultati siano un po' falsati.
Ora però basta ci si rimette assolutamente in riga

GIORNO 7 e 8
Altri due giorni sono andati.
Per quanto è nelle mie possibilità sto cercando di fare gli esercizi del livello advanced, ma non è così semplice, qlcuni non mi riescono proprio, altri faccio molta fatica a farli tutti, quindi quando sto proprio per crollare ritorno al livello base

giovedì 24 aprile 2014

Torta zebrata (o meglio tigrata)

Era da tempo che volevo provare questa ricetta, l'avevo segnata e messa lì in attesa, poi però per un motivo o per un altro finivo sempre per preferirne altre.
Alla fine l'avevo quasi dimenticata.
Poi ho letto, su una raccolata che sto facendo dedicata ai dolci e alla Disney, della torta Tigro.
Era la torta perfetta per il compleanno di mia sorella (più di un mese fa ormai) però la torta che usavano per fare la base, un semplice pan di spagna, mi sembrava un po' triste e mi sono ricordata di questa ricetta.
Con la semplice aggiunta di colorante arancione ho colorato  la parte bianca e trasformato la mia zebra in una tigre.

Ingredienti:
4 uova
250 gr zucchero
250 ml latte
200 ml olio di semi
1 bacca di vaniglia (o un cucchiaino di estratto di vaniglia)
300 gr di farina 00
1 cucchiaio di lievito per dolci
2 cucchiai di cacao amaro

Procedimento:
In una ciotola montare le uova con lo zucchero  e i semi della bacca di vaniglia fino ad avere un composto liscio e spumoso.
Aggiungere il latte e olio a filo e continuare a montare l’impasto con le fruste elettriche.
In una ciotola separata, mescolare la farina, e lievito in polvere.
Aggiungere la farina a pioggia all’impasto e lavorare fino a quando l’ impasto non risulterà liscio e fluido.
Dividere poi l’impasto in due parti: lasciarne una bianca (a questo punto ho aggiunto il colorante per rendere la torta arancione) e aggiungere all’altra il cacao e mescolare
Accendere il forno  a 180° e imburrare e infarinare una tortiera da 24 cm
Versare 3 cucchiai di impasto bianco nel centro della tortiera. Versare poi, sempre nel centro della teglia, 3 cucchiai di impasto nero su quello bianco.
Continuare così alternando gli impasti fino a loro esaurimento.
Mi raccomando…non fermatevi ad attendere che il composto si espanda e non inclinare la tortiera per distribuire l’impasto…. si estenderà da solo formando dei cerchi concentrici.
Infornare la zebra cake per 40 minuti a 180° in forno già caldo.








Per attaccare la pasta di zucchero della copertura alla torta ho usato semplicemente della panna montata con un cucchiaino di miele, panna che ho messo anche nel centro, ma vi assicuro che non è necessaria nessuna farcitura per la torta che non risulta ne asciutta ne stopposa.
Ed ecco anche la torta finita e decorata (ho messo in opera tutte le mie scarsissime abilità di decoratrice, non è perfetta ma sono soddisfatta)


lunedì 21 aprile 2014

Cheesecake cocco e nutella

Cocco e nutella non sono certo un abbinamento inedito, e l'idea di provare questa combinazione in una cheescake mi ha ronzato un po' nella testa.
Cercando un po' in giro però non sono riuscita a trovare una ricetta come dicessi io, tutte le cheescake che ho trovato erano infatti crude, mentre io ne volevo una cotta, e poi mi sembravano tutte sempre poco coccose.
Così ho deciso di mettere insieme la mia ricetta personalizzata.
Non ho la presunzione di credere di aver inventato nulla, semplicemente ho preso la ricetta della New York Cheesecake e l'ho cambiata un po'.

Ingredienti:
per la base
250 gr di biscotti secchi
100/150 gr di burro
per la crema
500 gr di formaggio spalmabile (tipo philadelphia)
4 uova
150 gr di zucchero
200 ml di latte di cocco
100 gr di farina di cocco
per il top
50 gr di burro
150 gr di nutella
100 gr di latte condensato

Preparazione:
Per prima cosa riducete in polvere i biscotti e uniteli al burro fuso (io li metto nel mixer e li faccio girare aggiungendo il burro a temperatura ambiente fino a che i biscotti non sono tutti completamente mescolati con il burro e non fanno le briciole)
Schiacciate i biscotti sul fondo di una tortiera in uno strato compatto e fatelo riposare in frigo.
In una ciotola lavorate con le fruste le uova con lo zucchero, sempre continuando a mescolare unite il formaggio, il latte di cocco e la farina di cocco.
Rendete il tutto liscio e omogeneo.
Versate la crema di formaggio sulla base di biscotti e mettete in forno  caldo a 180° per 30 minuti, poi abbassate il forno a 160° e cuocete per 45 minuti.
Spegnete il forno e lasciate la torta al caldo per altri 30 minuti.
Sfornate la torta e lasciatela raffreddare completamente.
Intato preparate il top alla nutella (io ho usato la ricetta che avevo usato per i macaron)
Lavorate il burro a temperatura ambiente fnino a renderlo cremoso, unite la Nutella e il latte condensato e montate la crema fino a renderla omogenea (io ho usato il latte condensato della Nestlè nel tubetto che sono 75 gr, ma va bene comunque)
Una volta che la torta è completamente fredda copritela con lacrema alla Nutella e lasciatela in frigo per qualche ora prima di tagliarla.




sabato 19 aprile 2014

Casatiello

Piatto tipico pasquale, forse più per il lunedì di pasquetta, a casa mia non manca mai, da sempre la nonna ci rifornisce.
Quest'anno però ci siamo attivati per farlo noi a casa, anche perchè dovevo assolutamente cominciare a sperimentare la mia nuovissima impastatrice Kitchen Aid, rossa fiammante, arrivata come regalo di compleanno.
Sì è un po' tardi per un consiglio per il pranzo di Pasqua, lo so, però dai ce la possiamo fare comunque.

Ingredienti:
1kg farina
lievito di birra 2 cubetti
100 gr. strutto
500 ml acqua
400 gr. di formaggi misti: provolone piccante, grana, emmenthal, fontina
400 gr. di salame tipo napoli (noi abbiamo messo prosciutto salame e pancetta)
4 uova
sale, pepe

Preparazione:
Sbriciolate il lievito e scioglietelo in poca acqua tiepida.
Disponete la farina a fontana, ponetevi al centro lo strutto, una presa di sale, il pepe, il lievito sciolto nell'acqua, e  aiutandovi con altra acqua tiepida, mescolate tutto fino a ottenere una pasta morbida che lavorerete con forza per una diecina di minuti battendola sul tavolo.
Una volta che la pasta è pronta formate una palla e lasciatela lievitare, coperta fino a che non sarà raddoppiata (dipende della temperatura della stanza, da me è servito circa un'ora).
Quando l'impasto è lievitato stendetelo in un rettangolo dello spessore di circa un centimetro.


Tenete da parte una striscia di impasto per la decorazione.
Tagliate a cubetti i salumi e i formaggi e distribuiteli in maniera uniforme su tutta la superficie.
Arrotolate, il più strettamente possibile, il tutto.
Sollevate il rotolo e posizionatelo all'interno di uno stampo a ciabella.
Lavate le uova e diponetele sopra il casatiello, con l'impasto che avete tenuto da parte fate delle strisce che dirporrete a croce sopra le uova.


Lasciate lievitare, sempre coperto, ancora per un'ora/un'ora e mezza circa.
Infornate a 180° per un'ora.
Lasciatelo raffreddare completamente e poi sfornatelo.
Sarebbe meglio (se possibile, a casa mia non è un'opzione praticabile) lasciarlo riposare un giorno in modo che il sapore dei salumi impregni per bene l'impasto.






(appena lo taglieremo provvederò a mettere la foto dell'interno)

giovedì 17 aprile 2014

Mississipi Mud Pie

Io la torta di compleanno me la devo preparare da sola.
Ovviamente la mia scelta non poteva che cadere su una torta cioccolatosa.
Questa è una torta tipica del sud degli Stati Uniti: una crosta croccante fuori, e un centro "fangoso" (mud) per consistenza e colore, ricoperto da una nuvola di panna.
Come potevo resistere?

Ingredienti:
250 gr di burro
300 gr di frollini al cacao
135 gr di cioccolato fondente
3 uova
150 gr di zucchero di canna + 1 cucchiaio
25 gr di cacao amaro
400 ml di panna da montare

Procedimento:
Per preparare la base riducete i biscotti in briciole/polvere (io uso il mixer), fate sciogliere 100 gr di burro e amalgamate il tutto.
Ungete leggermente e rivestite con carta da forno (sia la base che i bordi) una tortiera da 23 cm di diametro.
Versate le briciole di biscotti nella tortiera e pressate bene anche sui bordi.
Lasciate riposare in firigorifero.
sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con il resto del burro, mescolate bene e lascate intiepidire.
Sbattete le uova con lo zuccero euna volta che avrete ottenuto una spuma aggiungete la panna e lavorate bene.
Unitte la cioccolata fusa, amalgamate bene e versatela sulla base di biscotto.
Infornate a 180° per 35/40 minuti.
Sfornate la torta e lasciatela raffreddare completamente.
Toglietela dalla tortiera, eliminate la carta forno e lasciatela riposare in frigo per qualche ora.
Montate la panna rimasta con un cucchiaio di zucchero e ricoprite la superficie della torta.
Grattugiate del cioccolato per decorare la superficie della torta.


lunedì 14 aprile 2014

Filietti di salmone al cartoccio

Non amo moltissimo il pesce, mi piacciono soli quelli che "non sanno di pesce": salmone, tonno e poco altro.
Ho trovato al supermercato questi filetti di salmone surgelato, li ho comprati e tenuti lì fin che non mi è venuta l'ispirazione.
Alla fine era un po' che volevo provare questo piatto e quindi appena ho avuto cinque minuti per raccogliere le idee sono partita.
Sebbene io non mi faccia spaventare dalle ricette più complicate e laboriose apprezzo sempre molto le cose semplici e veloci, che garantiscono però un ottimo risultato.
Massima resa, minimo sforzo.

Ingredienti:
4 filetti di salmone 
2 limoni
sale e pepe
basilico, slavia, prezzemolo
olio extravergine

Procedimento:
Preparate quattro fogli di alluminio  che riescano a contenere comodamente i filetti di salmone.
Lavate i limoni e tagliateli a fettine sottili.
Sistemate un paio di fette di limone sul foglio di alluminio, poggiatevi sopra il filetto di salmone (io ho usato quelli surgelati, e non li ho fatti scongelare prima), conditeli con un filo di olio, sale, pepe e un trito di erbe aromatiche, copriteli conun altro paio di fettine di limone e richiudete il cartoccio in modo da lasciare spazio di circolare al vapore che si formerà durante la cottura.
Infornate a 200° per circa 20 minuti.
Fate attenzione quando aprite il cartoccio a non scottarvi con il vapore

sabato 12 aprile 2014

Tiramisù al limoncello

Io rimango sempre convinta che il tiramisù classico sia il migliore, ma devo dire che questa versione mi è piaciuta molto.
La rifarò sicuramente anche perchè è molto semplice e veloce.

Ingredienti:
300 gr di savoiardi
150 ml di limoncello
200 ml di latte
500 gr di mascarpone
200 ml di panna
100 gr di zucchero
3 o 4 cucchiai di limoncello
50 gr di goccie di cioccolato bianco

Preparazione:
Mescolate il latte con il limoncello.
Lavorate il mascarpone con lo zucchero e il limoncello e poi unite la crema alla panna montata.
Immergete i savoiadi nella bagna al limoncello e sistemateli sulla base della teglia, coprite con metà della crema e con la metà delle goccie di cioccolato.
Ripetete lo strato di savoiardi e poi di crema, e terminate con le goccie di cioccolato.
Avevo in casa dello zucchero colorato quindi per decorare ho creato delle righe alternate bianche e gialle.


Devo dirvelo: ho ricevuto una lamentela, l'alcol presente nella crema rendeva impossibile mangiare le enormi porzioni di tiramisù a cui sono soliti in questa casa, io non lo trovo necessariamente un difetto, ma penso che la prossima volta proverò a far bollire un po' il limoncello in modo di far evaporare l'alcol, ma mantenere tutto il sapore

martedì 8 aprile 2014

Torta salata patate e speck

Questa l'ho un po' improvvisata con quelloche avevo in casa.
Appearentemente senza nessun motivo mia madre ha comprato delle patate, che ha lessato e poi lasciato lì.
In più in frigo avevo un rotolo di pasta brisè comprata per errore al posto della sfoglia.
Ho preso questi due ingredienti che altrimenti sarebbero andati in pattumiera, ho frugato ancora un po' nel frigo e il risultato è piaciuto parecchio, a momento non me la lasciavano nemmeno tirare fuori dalla teglia

Ingredienti:
un rotolo di pasta brisè
3 patate lesse
5 o 6 fette di speck
50 gr di provola affumicata
3 uova
grana grattuggiato
latte
sale e pepe

Procedimento:
Stendete la pasta in una teglia lasciando sotto la carta da forno.
Dopo aver bucerellato con la forchetta il fondo distribuitevi sopra le fette di speck, le patate a pezzi e la provola a cubetti.
Sbattete le uova con qualche cucchiaio di latte, una manciata di grana e un po' di sale e pepe, e versatele sopra il resto.
Infornate a 180° per 20-25 minuti.
Una volta cotta sfornatela e fatela intiepidire prima di tagliarla.






lunedì 7 aprile 2014

Ritratto di Signora: Le Principesse Disney



Sono sempre felice quando arriva il primo lunedì del mese, ma devo dire che questo mese, il tema che ha scelto Miki mi rende particolarmente contenta, io sono una dineyana a tutti gli effetti, ed è per questo che non vedevo l'ora di condividerlo con voi.

In casa mia siamo sempre stati tecnologicamente arretrati, tanto che il primo videoregistratore è arrivato alla vigilia del debutto del lettore DVD. Ciò ha fatto in modo che mentre le mie amiche e compagne di scuola guardavano incantate le versioni animate della Disney, io mi “accontentavo” di leggere le fiabe che avevano come protagoniste dolci, disarmate e sospiranti fanciulle. Ricordo chiaramente come già allora la mia mente di bambina fosse più attratta e stimolata da protagoniste attive e scaltre come ne “Il diavolo dal naso d’argento” di Italo Calvino, in cui la fanciulla riesce, da sola, a liberare se stessa e le sue sorelle e fare ritorno a casa, sconfiggendo il diavolo. Una sorta di Barbablù senza il solito intervento provvidenziale di altri uomini. La adoravo! E sì, questo era il genere di letture che facevo da piccola.
Con gli anni poi, ho voluto colmare la mia lacuna, andando a guardare tutti i capolavori Disney e arrivando alla conclusione che dal 1937, anno di uscita di Biancaneve e i sette nani, ad oggi, la figura della principessa è notevolmente cambiata, mostrando via via caratteristiche e racchiudendo valori più in linea con il ruolo della donna nella società del tempo.
Ho deciso di scrivere questo particolare Ritratto, dopo aver visto, a distanza di breve tempo, The Brave e Frozen ed essere rimasta letteralmente incantata da Merida ed Elsa. Ma prima di parlare di loro, vorrei rapidamente spendere una parola su coloro che le hanno precedute.
Quando la regina si punse un dito, desiderò ardentemente una bambina che avesse la pelle candida come la neve, le guance rosse come il sangue ed i capelli neri come l’ebano.” Detto fatto! Alla faccia delle migliori tecniche di ingegneria genetica! Biancaneve era bellissima. Orfana di madre, che muore di parto, ma bellissima. Cresce, bellissima, nonostante le angherie di una matrigna malvagia che la riduce ad una sguattera. Ma la piccola accetta di buon grado, remissiva ed ubbidiente, ogni vessazione, cantando agli uccelli e parlando agli animali, che nemmeno San Francesco. Ed è proprio la sua bellezza la più grande minaccia per la regina e tale bellezza deve essere mortificata, annientata. Sappiamo tutti come prosegue… Biancaneve si ritrova a fare da sguattera ai sette nani. Bel cambiamento! E badate bene, si tratta di sette piccoli e innocui uomini, altrimenti sarebbe stato sconveniente. Se di Biancaneve si esalta solo la bellezza per tutta la durata del film, un motivo ci sarà e probabilmente è perché non brilla per acume, ops, scusate, ingenuità, lei è ingenua, talmente ingenua che accetta di buon grado la mela dalla prima vecchina inquietante che si presenta alla finestra. Ma d’altronde, non aveva avuto una mamma che le insegnasse di non accettare nulla dagli sconosciuti. Biancaneve muore, o almeno così sembra, punita per aver dato un morso ad una mela. Vi ricorda niente?
I nani sconvolti e addolorati al solo pensiero di doversi lavare nuovamente le mutande, la espongono all’interno di una teca di cristallo – inquietante - affinché la sua bellezza – aridaje – rimanga immutata nel tempo.
Ora, dal mio punto di vista, la cosa poteva anche finire qui, e invece no! Arriva lui, egli, isso, sul suo bianco destriero che con un bacio di vero amore – eh? – riporta alla vita la bellissima principessa e vissero felici e contenti. 
Passano gli anni, siamo al 1950, e arriva Cenerentola sul grande schermo. Purtroppo le cose non cambiano poi molto. In questo caso è anche peggio: di questa bellissima fanciulla non si saprà mai nemmeno il nome, ma solo il nomignolo affibbiatole dalle brutte e arcigne sorellastre. Cenerella è una creatura ultraterrena, diciamo anche un’ extraterrestre, che si sveglia all’alba con il sorriso sulle labbra, ridacchia deliziosamente quando gli uccellini le riversano una cascata di acqua fredda in testa a mo’ di doccia e ha per migliori amici deliziosi topastri grigi per i quali ha subito pronti minuscoli abitini su misura. Mentre le sorellastre starnazzano e strimpellano davanti ad un esimio maestro di musica, Cenerella lava il pavimento cantando come nemmeno Katia Ricciarelli. Quando arriva l’invito per il ballo di Corte, in casa vi è grande fermento e tutte vogliono andare a vedere il principe

 
Si affaccia quindi la prospettiva di rimanere in casa DA SOLA senza tre psicopatiche che le fanno svuotare il vaso da notte (lo so, nel cartone la scena non c’è, ma fidatevi a quei tempi era così!) e Cenerella che fa? Scappa? Ne approfitta per riposarsi in uno dei morbidi letti? Ma assolutamente no! Anche lei DEVE andare al ballo a conoscere il principe, che ovviamente rimane folgorato da tanta bellezza, talmente folgorato che quando, scarpetta in mano, si presenta alla porta, non riconosce assolutamente in quella sguattera dimessa la meravigliosa fanciulla con cui ha ballato tutta la notte, no. Ma quando lei infila il piccolo e grazioso piedino nella calzatura di cristallo (e questo la dice lunga anche sul peso di Cenerella!), SBAM!, eccolo lì, l’amore vero… E vissero tutti felici e contenti, con una punta di feticismo.
Poi c’è Aurora, 1959… Lei è la mia “preferita”, un’eroina a tutti gli effetti, artefice del proprio destino. Infatti che fa per tutto il film? Dorme!
Andiamo avanti…

La Sirenetta, 1989, è stato il primo film Disney che ho visto da bambina e, ovviamente, l’ho amato. Quando andavo a casa della mia amica Checca, ci piazzavamo davanti alla televisione, lei compiva quella piccola e per me sconosciuta magia di inserire una cassetta nella bocca del registratore e dare inizio all’incanto. Colori meravigliosi, musiche coinvolgenti, personaggi divertenti e un principe che ci faceva sospirare.
Ariel segna già una linea di demarcazione abbastanza netta; è una sirena adolescente, con tutte le inquietudini proprie dell’età: insoddisfazione, ribellione alla figura genitoriale (non esistevano le mamme nei cartoni Disney, facciamocene una ragione!), sensazione di inadeguatezza, voglia di scappare.
Tutto ciò, per lei, si concretizza nell’avere le gambe e nel poter visitare il mondo umano. Ed è talmente grande la sua voglia di farlo che si innamora della prima statua che le capita davanti. Eric, in effetti, è perfetto: è belloccio, erede al trono, onesto, lavoratore e c’ha i cipiti in bella vista. Non ha un bianco destriero ma è affiancato da un grande e grosso pelosone slinguazzante che ci piace tanto.
E per la prima volta, udite udite, è lei a salvare lui, che rintronato e moribondo, invece di sputacchiare acqua e sabbia, rimane estasiato dalla bellezza e dalla voce di colei che lo ha riportato alla vita. Perché Ariel canta, e divinamente anche. Avevate qualche dubbio?
Per questo, quando Eric se la ritrova davanti, mezza nuda ma muta, non riconosce in lei la sua salvatrice. E da qui comincia forse la parte più bella del film, la storia di due persone che vogliono conoscersi, che cercano di capirsi e comunicare, ok tra grandi occhioni e ciglia che sbattono, ma sempre meglio del bacio del vero amore dato da uno sconosciuto con cui si passerà il resto della propria vita! Il vissero felici e contenti, insomma, è abbastanza guadagnato.
 
Nel 1991 vado al cinema per la prima volta, con la scuola, a vedere La Bella e la Bestia. Mi commuovo solo al ricordo. Entrai euforica e ne uscii estasiata. Da allora e per tantissimo tempo, Belle è stata senza ombra di dubbio la mia principessa preferita e, in generale, la storia raccontata è tra le più belle del mondo delle fiabe. Sì, Belle è bella e canta e ha un certo feeling con gli animali, non è una sguattera anche se si occupa amorevolmente dell’unico genitore che le è rimasto. La mamma? No, ovviamente, lo strambo papà. Ma… lei legge!!! Per la prima volta si fa un qualche riferimento all’attività cerebrale femminile. e non è un traguardo questo. Ama i libri, ama le storie avventurose e si rifugia tra le pagine per sfuggire alla monotona vita di un paesino di provincia che la considera strana. Ed è proprio il suo coraggio e la voglia di avventura che la portano a sacrificarsi per salvare suo padre dalle grinfie di un’orrenda e disumana bestia, che lei teme sì, ma che ha il coraggio di sfidare e contraddire, dalla quale ha il coraggio di scappare. La sua curiosità, unita alla bontà d’animo (beh, sempre di Disney si tratta) la spingono a non fermarsi all’apparenza ed a cercare l’uomo nel mostro. Non voglio addentrarmi nella cosiddetta sindrome della crocerossina e nella, spesso malsana, convinzione delle donne di poter cambiare gli uomini, soprattutto quelli violenti, ma, volendo essere eccessivamente critici, si potrebbe parlare anche di quello. Una cosa è certa, la bestia è affascinata da Belle, dalla sua caparbietà, dalla sua franchezza; cerca di compiacerla (le regala un’immensa biblioteca! No, parliamone…) e comprende così profondamente il suo dolore che la lascia andare. Un atto d’amore immenso e mai visto prima. 
(scusate ma non ho resistito quando l'ho vista)
 Una delle scene che adoro è quando lei stenta a riconoscere la sua bestia nel biondone tutto muscoli che le si presenta davanti e se ne convince solo dopo averlo ritrovato nella bontà dei suoi occhi. E vissero felici, contenti e innamorati.Davvero.
 
Da allora, le principesse Disney, sono state sempre di più personaggi di spessore, con una personalità forte ed una partecipazione attiva alla storia (probabilmente dovrei parlare approfonditamente di Mulan, ma è il cartone che conosco di meno. Mea Culpa), ma, fondamentalmente, l’amore tra un uomo ed una donna è sempre stato al centro di ogni film.
Cosa cambia con The Brave e con Frozen? La Disney finalmente rende protagonisti sentimenti mai approfonditi prima e lo fa grazie ad eroine forti, determinate e indipendenti.
Merida si differenzia notevolmente dalle altre principesse già solo per il suo aspetto fisico, che non rientra assolutamente nei canoni delle bellezze Disney. 
Ha il volto paffuto, gli occhi tondi, le lentiggini ed una massa di riccioli rossi, indomabili e ribelli. Come lei. Non è aggraziata, non canta, non danza, non suona uno strumento, non ricama egregiamente e non ha il minimo interesse ad imparare tali arti. E’ indisciplinata ed in continuo contrasto con la madre. Ebbene sì, dopo SETTANTASETTE anni, compare una mamma, con la quale Merida non va assolutamente d’accordo. Lei è irriverente, ironica e iperattiva, mostra un carattere che poco si addice ad una vera principessa e la grande sintonia con suo padre non fa che incoraggiare la sua indole ribelle. Andare a cavallo, tirare con l’arco e ingozzarsi sgraziatamente sono le sue attività preferite e per lei è una vera sofferenza anche solo dover indossare abiti formali che la costringono e mortificano la sua personalità. Potete immaginare la sua reazione quando viene annunciato un torneo il cui vincitore potrà avere la sua mano. Contrariata è dire poco. Merida è talmente incazzata che si presenta al torneo come partecipante:
Io sono Merida, primogenita discendente del clan Dun Rock e gareggerò per ottenere la mia mano!”
E la ottiene! Sbaragliando tutti gli altri partecipanti e scatenando le ire della regina madre, con la quale ha uno scontro violento che culmina con l’inevitabile scambio di frasi dettate dalla rabbia e dal fatto che madre e figlia non si conoscono per niente. Ed è proprio su questo rapporto che verte l’intero film, sulla mancanza di dialogo, sulla convinzione di essere su posizioni diametralmente diverse e apparentemente inconciliabili. 

Ed è solo quando le due donne sono costrette a stare insieme, sono costrette a conoscersi e capirsi, che comprendono l’importanza che hanno l’una per l’altra. Un film splendido, uno dei più belli tra i film Disney, un film in cui finalmente l’amore, il principe ed il matrimonio non sono le uniche possibilità per la protagonista di cambiare vita. E vissero felici e contenti? Non lo so, ma una cosa è certa: vissero.
Probabilmente è stato il mio grande desiderio di avere una sorella, magari al posto dei buzzurri primogeniti, che mi ha fatto amare incondizionatamente Frozen, ultimo capolavoro di casa Disney, ed Elsa, protagonista del film assieme ad Anna, sua sorella, appunto.
Elsa è forse uno dei personaggi più tormentati, costretta a reprimere se stessa e la sua capacità di governare il ghiaccio fin da quando è una bambina e di vivere con il terrore di fare del male alle persone a cui vuole bene. Ciò la porta ad isolarsi e ad allontanarsi dalla sua amata sorella Anna, che non perde occasione di farle notare la distanza, soprattutto dopo la morte dei genitori (mbeh? Che volete? Dopo The Brave, in cui c’era sia una mamma che un papà, come minimo li dovevano accoppare entrambi. E difatti…). Elsa cresce sentendosi sbagliata, pericolosa, spaventata da quella che è la sua grande dote. E più la paura cresce, più tutto le sfugge letteralmente dalle mani. Ed è proprio per non fare del male e per non essere considerata un mostro che, esausta, scappa via, finalmente libera di essere se stessa:


 
Adoro questa sequenza e questa canzone. E’ il momento in cui Elsa realizza chi è veramente, capisce la portata dei suoi poteri e la capacità di realizzare cose belle, in sintonia con il freddo, con il ghiaccio e con la neve che tanto fanno parte di lei:
The cold never bothered me anyway”
Ciò che continua a tormentarla è però la convinzione di non essere in grado di stare vicino alle persone senza fare loro del male, la convinzione che l’unico modo per essere se stessa è la solitudine:


Sarà l’amore a farle capire che lei non è solo i suoi poteri; l’amore per sua sorella le rivelerà la sua capacità di amare e di essere una persona migliore, per se stessa prima di tutto.


 
Ora, ironia a parte, rimarrò sempre affezionata alle principesse storiche e, quando capiterà l’occasione, guarderò volentieri i capolavori che hanno segnato l’infanzia di tante bambine, ma sono davvero contenta e soddisfatta dell’evoluzione di questi personaggi e, se un giorno avrò una figlia, ma anche un figlio, preferirò senza ombra di dubbio mostrare loro l’intelligenza di Belle, il coraggio di Mulan, la determinazione di Tiana, la volontà di Rapunzel, la ribellione di Merida e l’altruismo di Elsa.
Miki.






Che dire, sono assolutamente d'accordo con quello che ha scritto Miki.
Siamo partiti da Biancaneve che sposa un principe che vede per la prima volta per arrivare ad Elsa che dice ad Anna "Non puoi sosare un uomo che hai appena conosciuto" 
Così come nelle vita il ruolo delle donne è cambiato, così anche le principesse Disney sono in qualche modo cresciute, insomma ogni principessa è figlia della sua epoca, e le bambine (e non solo) ci si possono identificare e in qualche modo crescere con loro.
Ci sarebbero altre principesse da nominare:Tiana che lavora per costruire il suo sogno e redimere il suo principe, Giselle che lascia il suo principe per un altro, Rapunzel che prende a padellate sul naso il suo (non molto) principe, ma non si poteva scrivere certo un poema, di fatto però ognuna di queste eroine ha qualcosa da dire.

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