martedì 17 dicembre 2013

Torta magica alla Nutella

Ho visto questa ricetta per la prima volta una o due settimane fa sul blog Crema e Panna, molto incuriosita ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che questa ricetta è l'ultima moda delle food blogger, tutte ci hanno provato, ognuna adattando la ricetta al loro gusto (ovviamente il mio gusto è la nutella, non ve lo aspettvate vero?! Non la uso mai!).
Non vedevo l'ora di provarla, quindi ho colto la palla al balzo e approfittato del compleanno di papà la scorsa settimana.
Perchè questa torta è magica? Si tratta di un unico impasto che risulta molto liquido, e mentre cuoce si formano tre strati con tre consistenze distinte: la base risulta piuttosto compatta e consistente, tipo flan, la parte centrale è morbida e cremosa, tipo budino, e la parte superirore invece è soffice tipo pan di spagna.
La ricetta non è difficile, però esattamente come le fate che muoiono se qualcuno dice che non esistono, e si salvano solo se ci si crede veramente, dovete fidarvi che seguendo in maniera assolutamente scrupolosa le indicazioni della ricetta, avverà la magia.
Dato che non ho trovato una ricetta di torta magica alla nutella come dicessi io, dopo aver studiato parecchi blog, ho apportato le mie modifiche alla torta et voilà.
Tre strati.
Tre consistenze ben distinte.
Un solo ottimo sapore.
Io credo nelle fate, lo giuro, lo giuro.

Ingredienti:
4 uova
150 gr di zucchero
80 gr di burro (avendo aggiunto io la Nutella, ho abbassato un po' la quantità di burro prevista nella ricetta originale)
115 gr di farina
500 ml di latte
1 cucchiaio di acqua fredda
1 cucchiaino di succo di limone o aceto (io ho usato il limone)
2 cucchiai di Nutella

Procedimento:
Per prima cosa fate sciogliere il burro in un pentolino insieme alla Nutella, una volta che tutto è sciolto e amalgamato versatelo in una ciotola e lasciatelo raffreddare.
Separate le uova (rigorosamente a temperatura ambiente).
Mettete lo zucchero con i tutorli e montateli a lungo con le fruste fino a renderli chiari e spumosi (ci vorranno circa 10 minuti).
Aggiungete l'acqua e il burro e nutella frusi e raffreddati e montateli ancora con le fruste per qualche minuto.
Fate scaldare il latte.
Aggiungete, poco alla volta, alla spuma di tuorli la farina setacciata e mescolate delicatamente fino ad amalgamere bene il tutto.
Sempre mescolando aggiungete il latte lentamente mescolando bene fino a quando risulterà omogeneo (sarà molto liquido, non preoccupatevi).
Montate gli albumi a neve con il limone.
Aggingete gli albumi al resto dell'impasto a più riprese mescolando piano per rendere il tutto ben amalgamato.
Versate il composto in una tortiera quadrata di 20-22 cm di lato imburrata e infarinata (o rivestita con la carta da forno come ho fatto io) e cuocete 160° per 60 minuti.
Una volata che la torta è cotta spegnete il forno e lasciatela riposare altri 10 minuti prima di aprirlo (lo so la tentazione di aprire lo sportello per controllare la cottura è grande, ma non cedete, manca poco).
Tirate la teglia fuori e lasciate raffreddare la torta.
Una volta fredda mettete la torta in frigo per un paio d'ore almeno.
Prima di servirla spolverizzate la torta con lo zucchero a velo e tagliatela a quadretti


lunedì 9 dicembre 2013

Stella di Panbrioches alla Nutella

Ho visto questa ricetta girare su facebook più o meno ovunque e anche io ho dovuto provarla.
Devo dire che è molto scenografica e anche molto natalizia (ma credo che la rifarò anche passato questo periodo).
Sicuramente può essere un'ottima idea per la colazione della mattina di Natale.

Ingredienti:
300 gr di farina 00
300 gr di farina manitoba 
2 uova 
60 gr zucchero 
180 ml di latte 
30 gr burro 
1 bustina di lievito di birra secco 
8/10 cucchiai di nutella 
2 cucchiai di latte

Procedimento
Mescolate tra loro le farine il lievito e lo zucchero.
Sul piano di lavoro formate una fontana.
Fate sciogliere il burro e mescolatelo con il latte tiepido.
Rompete le uova nella fontana di farine, sbattetele leggermente e cominciate ad impastare aggiungendo a filo il latte e burro.
Una volta che l'impasto sarà pronto dividetelo in 4 parti uguali, formate delle palle e lasciatele lievitare, coperte, in un luogo caldo e asciutto fino a che il volume non sarà raddoppiato (ci vorrà circa un' ora, ma dipende dalle condizioni della stanza dove lavorate).
Una volta che l'impasto è lievitato stendetelo in dischi di circa 25 cm di diametro.
Scaldate la Nutella in un pentolino con dell'acqua in mopdo da renderla più liquida e spalmetela sul primo disco, coprite col secondo e spalmetelo ancora con la Nutella, coprite con il terzo disco di pasta, spalmate di nuovo la Nutella, e coprite con l'ultimo disco.
Tagliate il disco in 4 parti lasciando il centro intatto (posizionate in mezzo un bicchiere o un tagliapasta rotondo per aiutarvi). dividete gli spicchi a metà e poi ancora a metà in modo da ottenere 16 raggi.
Ora rigirate gli spicchi a due a due verso l'esterno.
Una volta finito di rigirare gli spicchi lasciate lievitare ancora per un ora circa.
Ore delicatamente spennellate la superficie della torta con del latte.
Infornate a forno caldo a 180° per 20 minuti circa.





lunedì 2 dicembre 2013

Ritratto di Signora: Temple Grandin

Dicembre è iniziato, Natale si avvicina, e noi siamo qui con la nostra rubrica.
Questo mese tocca a me.
Per il mio articolo ho scelto questa donna perché è un argomento che mi tocca molto da vicino.


Temple Grandin è docente di scienze del comportamento animale alla Colorado State University, un personaggio di spicco a livello mondiale nella progettazione degli allevamenti per mucche.
Nasce nel 1947 a Boston.
All'età di 2 anni le viene diagnosticato un danno celebrale, e alcuni anni più tardi venne accertato il suo autismo.
In quegli anni la scienza classificava l'autismo come una forma di schizofrenia, e le madri erano accusate essere la causa del disturbo in quanto si sosteneva che fossero fredde e distaccate verso i loro figli autistici, chiamandole Madri Frigorifero.
In seguito alla diagnosi però la madre si rifiuta di seguire il consiglio del diagnosta di mettere Temple in un istituto, e con molta caparbietà riesce ad insegnarle a parlare, e la aiuta ad inserirsi nella vita tutti i giorni.
Fin da bambina Temple ha sempre avuto più facilità di rapporto con le mucche che con le persone, che a fatica accettavano la grave forma di autismo di cui soffre. Quando sua madre la teneva in braccio, Temple si irrigidiva e la graffiava cercando di divincolarsi.
Ma con le mucche era diverso: da ragazzina nel ranch di sua zia in Arizona passava ore sdraiata tra questi animali. Le accarezzava, ne percepiva gli umori, ne capiva le paure.
È proprio osservando le mucche che riesce a trovare un modo per “curare” se stessa.
Nota infatti l'effetto calmante che aveva sugli animali che dovevano essere visitati e/o vaccinati dal veterinario un recinto molto costrittivo, nel quale l'animale non riusciva a girarsi, un effetto paragonabile
all'abbraccio della madre su di un bambino agitato.
Costruisce quindi una macchina dotata di due pannelli che, regolandone l'intensità la stringevano da entrambi i lati impedendole di muoversi e dandole lo stesso benefico effetto di quegli abbracci che non riusciva a ricevere per via della sua disfunzione di integrazione sensoriale, a causa della quale non gradiva il contatto fisico con le persone.
Per questo la chiamò la macchina degli abbracci. 
Afferma di considerarsi fortunata per aver goduto di un buon supporto sia al tempo in cui frequentava la scuola primaria che successivamente.
Temple negli anni a seguire conseguì una laurea di primo livello in psicologia al Franklin Pierce College (1970), successivamente si laureò in zoologia all’Università Statale dell’Arizona nel 1975, e completò poi il dottorato di ricerca in zoologia presso l’Università dell’Illinois nel 1989.
Dopo essersi laureata comincia a lavorare in un ranch, e grazie alle sue osservazioni progetta delle strutture che prendano spunto dal comportamento naturale degli animali, perché il fatto che siano destinati al macello non giustifica che debbano subire un trattamento disumano.
Ed è proprio grazie al suo lavoro che Temple Grandin è forse l’unica persona al mondo che ha ricevuto riconoscimenti sia dalle associazioni animaliste sia dagli allevatori di bestiame di ogni continente.
Sulla base della sua personale esperienza ha invocato l’intervento ed il supporto di insegnamenti che possano risolvere le problematiche dei bambini autistici, combattendo comportamenti inadatti per altri più adeguati. Ha raccontato di essere ipersensibile ai rumori e ad altri stimoli sensoriali e di provare il bisogno di trasformare ogni cosa in immagini visive. Secondo Temple il suo successo nel lavoro di progettista dipende proprio dalla sua condizione di autistica. È a partire da tale condizione infatti che riesce a soffermarsi su dettagli minutissimi ed è in grado di utilizzare la memoria visuale come fosse un supporto audiovisivo, sperimentando mentalmente le diverse soluzioni da adottare. In tal modo riesce a prevedere anche le sensazione che proveranno gli animali sui quali verrà utilizzata l’attrezzatura.
È considerata un'importante attivista del movimento dei diritti delle persone autistiche dai quali a sua volta è frequentemente citata.
Il suo merito principale è stato quello di presentare il punto di vista delle persone autistiche, contribuendo in tal modo all’affinamento di metodologie di intervento più adatte a supportare le persone colpite da questa sindrome.
Nonostante all'epoca in cui le diagnosticarono l'autismo i dottori le avevano predetto una vita rinchiusa in strutture specializzate, tutt'oggi all'età si 63 anni Temple gira il mondo tenedo conferenze sulla sua condizione di persona autistica, spiegando con parole chiare cosa significa e come funziona il suo cervello
Io penso per immagini. Non penso col linguaggio. […] Cosa vuol dire pensare per immagini? Letteralmente è il cinema nella testa. La mia mente funziona come Google per le immagini. Quando ero bambina non sapevo che il mio modo di pensare fosse diverso. Pensavo che tutti pensassero per immagini. E poi quando ho scritto il libro “Pensare in immagini” ho cominciato a intervistare la gente su come pensa. Ed è stato sconvolgente scoprire che il mio modo di pensare era parecchio diverso. (Temple Grandin, TED Talks, febbraio 2010) “

  
Della sua vita hanno anche fatto un film Temple Grandin - Una donna straordinaria che racconta gli anni dell'adolescenza e dell'università concludendosi con una scena dove lei e la madre vanno ad una conferenza sull'autismo e alla quale, con una dose di coraggio non indifferente a mio parere, Temple prende la parola e racconta la sua esperienza davanti a dottoroni e luminari, afferma che dall'autismo non si guarisce, ma spiega come rendere le differenze punto di forza, perché lei è, come diceva sempre sua madre, “Diversa, ma non inferiore” 
 
 
Temple Grandin porta avanti una battaglia in cui cerca di spiegare cosa significa convivere con un disturbo del genere, non è per nulla facile con un disturbo come il suo mettersi sotto i riflettori. Ci vuole così tanto coraggio e così tanta padronanza di sé che io per prima non sono sicura che sarei in grado di fare una cosa del genere, e io non ho devo affrontare tutte le difficoltà con le quali lei si scontra. Sono rimasta affascinata da questa donna dopo averla vista in una puntata di un programma televisivo. Sono andata a cercare informazioni su di lei, ho visto i video di alcune sue conferenze, e ho cercato il film, che mi ha commosso fino alle lacrime.
Il solo fatto che una persona autistica parli in prima persona di questo disturbo penso che possa dare speranza a molte famiglie che si trovano ad affrontare gli stessi problemi, dall'autismo non si guarisce, lo so bene, ma questa è la dimostrazione che c'è molto di più di quello che le persone “normali” normalmente si aspettano.





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venerdì 29 novembre 2013

Strudel (una ragionevole imitazione per lo meno)

In frigorifero avevo un rotolo di pasta sfoglia e delle mele che stazionavano nel cassetto della frutta da qualche giorno.
Adoro lo strudel, ma qui non lo trovo mai uno buono come dico io, buono come quello che compravo quando andavo al campeggio tra le montagna del sudtirolo da adolescente.
Provare a farne uno come dico io era un'idea che mi frullava nella testa da un po', quindi ci ho provato.
Sì certo  lo so che la sfoglia dello strudel non è la pasta sfoglia, però per un'improvvisazione veloce penso possa andare bene.

Ingredienti:
-3 mele
-2 cucchiai di zucchero
-1 cucchiaio di pinolo
-2 cucchiai di uvetta
-1/2 cucchiaino di cannella
-1 uovo
-2 cucchiai di latte

Procedimento:
Sbucciate le mele a cubetti piccoli.
Mettetele in una ciotola con un cucchiaio di zucchero, la cannella, i pinol i e l'uvetta che avrete pima risciacquato con acqua tiepida.
Mescolate il tutto molto bene in modo che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati e zucchero e cannella distribuiti in maniera uniforme a "condire" il tutto.
Stendete la pasta sfoglia su una placca da forno, distribute le mele al centro e richiddete la pasta sfoglia.
Praticate dei tagli sulla parte superiore del rotolo.
Sbattete l'uovo con il latte e usatelo per spennellare abbondantemente la superficie e spolverate con lo zucchero.
Infornate a 180° per circa 40 minuti.




mercoledì 27 novembre 2013

Doppi Cookies Nutella e Oreo

Ho letto Nutella, ho letto Oreo, non potevo che fiondarmici.
Ho trovato questa ricetta grazie ad un immagine su Instagram, per una volta il mio lavoro devo dire che è stato semplice: solitamente quando cerco una ricetta con google devo convertire le unità di misura e tradurre la ricetta con le mie poche conoscenze linguistiche, e come se ciò non bastasse devo confrontare le varie ricette e cercare di fare una media tra le varie quantità per tirare poi fuori la mia ricetta, che poi probabilmente in corso d'opera subirà altre modifiche.
Questa volta invece tutti i siti che riportavano questa ricetta avevano le stesse identiche quantità, e lo stesso procedimento, niente calcoli da fare.

Ingredienti:
360 gr farina 
 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio 
1/2 cucchiaino di lievito in polvere 
225 gr di burro ammorbidito 
300 gr zucchero bianco 
1 uovo 
1 bacca di vaniglia 
125 gr di Nutella 
8 biscotti Oreo schiacciati

Preparazione:
Preriscaldate il forno a 180°
Foderate una teglia con la carta da forno.
Setacciate insieme la farina, il bicarbonato ed il lievito.
In una ciotola lavorate il burro a temperatura ambiente con lo zucchero fino a renderlo una crema liscia.
Unite l'uovo e i semi della bacca di vaniglia.
A poco a poco mescolate alla crema di burro anche gli ingredienti secchi, fino a formare una pasta.
Dividete il composto a metà.
In una metà aggiungete gli oreo schiacciati e mescolate fino a che i biscotti non saranno distribuiti in maniera uniforme.
Nella seconda metà aggiungete la Nutella e lavorate bene la Nutella fino ad amalgamarla per bene.
Mettete l'impasto con la Nutella sul fondo della teglia coperto con carta da forno, e schiacciatelo bene, poi ricoprite con l'impasto ai biscotti, sempre schiacciandolo un po', in modo da rendere il tutto uniforme.
Infornate a 180° per circa 20 minuti (fino a quando la parte superiore non comincia a diventare colorata).
Fate raffreddare completamente prima di tagliare i cookies e servirli.


lunedì 18 novembre 2013

Ritratto di Signora: Cleopatra




Sì lo sappiamo, il primo lunedì di Novembre abbiamo mancato il nostro appuntamento e orra siamo qui per rimediare, quindi vi lasacio sucuto al ritratto di Clara



Questa è una storia che fa brutto.
Anzi, non brutto, proprio brutto brutto, eh.
Sedetevi, prego.

Siamo negli anni 50, ma non quelli in cui si cotonavano i capelli e si metteva l'eyeliner.
No, nemmeno quelli in cui si andava in giro col decolletè in bella vista, anche se questo racconto è ambientato in un paese dove faceva un caldo bboia e quindi per forza che tutte uscivano con la mercanzia al vento.
Dai, indovinate dove siamo.
Chi ha detto Canicattì? No, sbagliato.
Manco Rio de Janeiro, no.
Amici, romani, concittadini: siamo in Egitto. E tra un po' capirete perchè c'ho inserito quel “romani”.

Dunque, Egitto. Non c'erano I cammellieri che cercavano di scroccare soldi ai turisti giapponesi davanti alle Piramidi, non c'erano I venditori di stampe su finta pergamena made in China, non c'erano gli hotel a cinque stelle in cui comunque è meglio non mangiare polpette perchè si sa che che non si è mai sicuri di quello che ci mettono dentro 'sti benedetti cosi (che magari va a finire come quando ti prendi quelle dell'Ikea e scopri di esserti pappato il cavallo preferito di Moira Orfei)...però c'era il Nilo, e c'erano le casettine belline di fango, e c'era tanto, tanto scazzo nell'aria. E perchè mai, direte voi, 'sti egiziani c'avevano da stare imbronciati?
C'avete ragione mortacci loro, io sono qua in mezzo alle risaie e alla nebbia e loro lì beati e hanno pure il coraggio di stare sversi, hanno.
Eh, amici, il fatto è che brutte cose brutte assai si prospettavano per il paese: sul trono sedeva Tolomeo XIII, detto “u strunz”.
Tolomeo era più viscido di una lumaca, anche se sicuro sicurissimo lui manco sapeva cosa fossero le lumache, perchè se una lumaca diceva alla sua famiglia “Cia' regà, me ne vado in vacanza in Egitto” dopo due minuti in spiaggia sotto il sole diventava più secca e grinzosa di un hamburger del Mc Donald's.

Dicevamo, il nostro Tolomeo aveva, a quel tempo, dato ospitalità a Pompeo, triumviro romano, nemico ed ex socio del celebre Cesare e fondatore della famosa compagnia calzaturiera “Pompea no stress”.
Gli affari di recente non erano andati molto bene, e così Pompeo aveva deciso di dare una bella lezione a Cesare a Farsalo, così quel burino avrebbe capito quale terribile sbaglio aveva commesso a non voler mettere in commercio le calze-per-i-vegani-calde-come-quelle-di-lana-ma-non-di-lana.
Oh sì, avrebbe pagato quell'errore col sangue.
Peccato che Pom, vuoi per il troppo stress, vuoi per i troppi Mc Bacon che si era magnato mentre guardava gli spettacoli al Colosseo, venne miseramente sconfitto in quel triste giorno del 48 e corse a chiedere asilo in Egitto.

Oh, caro, caro Pompeo – disse Tolomeo – ma certo che ti offrirò la mia protezione! Aspetta, aspetta, è una svendita di calze all'ingrosso quella che vedo là dietro??”
Manco il tempo di girarsi e il nostro amico era già stato decapitato. Più senza testa di Maria Antonietta e più sfigato di Paperino, un minuto il romanaccio stava a provarsi autoreggenti e quello dopo puf!, sparito.
Tolomeo, gonfio di orgoglio, era già tutto ringalluzzito al pensiero di presentare la testa a Cesare su un piatto d'argento, sicuro di ingraziarselo.
Peccato che il buon Cesare non apprezzò per nulla quel gesto e lo trovò immensamente scortese, perchè ok che ogni paese ha le sue tradizioni, ma non è buona educazione tagliare la testa agli ospiti, e su questo non ci piove.
Quando l'egiziano gli portò il capo dell'ex triumviro, il generale romano mise in pausa la partita Lazio-Juve su Skype e, ci tramandano le fonti, pronunciò tali parole: “Ah Tolomè, io uno più burino di te non l'ho mai visto! Nun se fa così, ecco, provace n'antra vota e te spiezzo in due. Mo famo 'na cosa, io governo l'Egitto, tu te ne stai buono e muto sul trono e non rompi er BIIIIP e tutti semo felici. Ah, e domani voglio vedere te e tua sorella Cleopatra qua nel mio palazzo. Ora vattinne che c'è il servizio della D'Urso su Totti e la Blasi e Scianel, sciò”.

Alt! Fermi tutti! Se vi state chiedendo:
  1. Ma che sta a dire questa?
  2. Ma si droga?
  3. Non dovevamo parlare di signore, signorine e compagnia bella?

Nell'ordine vi posso rispondere:
  1. Era un preambolo, e fatevi una bella iniezione di pazienza, cheddiamine.
  2. No. O forse mi drogo troppo per ricordarmi che mi drogo.
  3. Ecco, ora comincia la nostra storia.

Cleopatra è, come si suol dire a Oxford, una bella gnocca. E' giovane, minuta e affascinante.
Sa che il fratello ha già provato a spezzarle le corna e lo farebbe volentieri di nuovo, perchè Tolomeo è appunto più viscido della lumaca detta sopra, e quindi la nostra amica ha bisogno di un alleato potente.
Deve fare un'entrata strafighissima a palazzo che gli permetta di impressionare Cesare ma anche di evitare che il fratello la sgami mentre è nella reggia.
E dunque? E mo? E che famo? Vabbè, che domande: quello che ogni donna farebbe, avvolgersi in un un tappeto e farsi recapitare nella stanza del romano de Roma!
Immaginatevi la Cleo che esce come una colomba dal cilindro, vestita di lino bianco, ingioiellata, coi capelli corvini lucidi...come faceva Cesare a non prestarle attenzione? Sicuramente gli si saranno drizzate le...antenne.
E niente, per farla breve i due si innamorano, sconfissero Tolomeo, fecero un pupo (Cesarione) e un viaggio a Roma. Ah sì, e Cleo sposò l'altro suo fratello Tolomeo XIV, ma tanto lui nessuno se lo fila mai.
I piccioncini stettero nell'Urbe per due anni, e Cleopatra fu ovviamente chiacchierata e guardata con sospetto, un po' come un'anziana guarda male ogni ipotetico scippatore sul bus o come Bossi guarda gli stranieri.
Passò un giorno, ne passò un altro, poi a marzo del 44...zac, Cesare venne pugnalato alle spalle.
Letteralmente, eh.

La nostra eroina tornò in Egitto ma non si perse d'animo: sapete come si suol dire, “morto l'uomo più potente del mondo, te ne sposi un altro”, e stavolta fu il turno di Antonio.
Antonio, Marco Antonio, con licenza di uccidere.
Di nuovo, un colpo di fulmine: doveva essere un incontro politico, finì in...ehm, censuriamo di nuovo. La regina arrivò a Tarso su una barcazza profumosa di fiori, piena di belle tipe e cibo da paura.
Mazza oh – dissero tutti quelli che videro il vascello – 'sta regina d'Egitto ci sta dentro”.
Mazza oh – disse Antonio quando la vide – 'sta qua due bottarelle...”.
Mazza oh – disse Cleopatra – 'sto Antonio stai a vedere come me lo spenno”.
Complice del buon vino e tanta di quella carne che la metà sarebbe bastata per sfamare il Biafra, i due si chiusero sottocoperta e buonanotte al secchio.
Il giorno dopo la bella Cleo tornava ad Alessandria d'Egitto con Antonio sotto un braccio e tre test di gravidanza positivi sotto l'altro.
Altro che “16 and pregnant”.

Però...però, però però.
C'è un però.
Antonio in realtà avrebbe dovuto farsela con Ottavia, sorella di Ottaviano (viva l'originalità onomastica). Ottaviano era potente mica da ridere. Ottaviano si era incazzato perchè “va' 'sta egiziana qua, manco porta I pantaloni e detta legge, non ci sono più le stagioni di una volta e pure il kebab non lo trovi più a 3.00 euri a Torpignattara”.
Ottaviano dunque si alzò un giorno e disse: “Ambrogio, ho voglia di qualcosa di buono. Portami un Ferrero Rocher e l'Egitto”.
Pam, detto fatto: il fedele Ambrogio comprò direttamente la Ferrero e un bel po' di navi, che nel 31 fecero un mazzo tanto alla flotta di Antonio ad Azio ('sti azzi...).
La coppia si barricò ad Alessandria: lui si suicidò, Cesarione fu ucciso, gli altri figli portati a Roma.
Cleopatra si rinchiuse nel mausoleo dei Tolomei e si fece mordere da un aspide facendo vedere a tutti che era una donna, sì, ma c'aveva le palle quadre.

La Cleopatra era una cazzuta, e questo è mio Ritratto.

Clara


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lunedì 11 novembre 2013

Plumcake al cacao

Piccolo esperimento di pasticceria: un dolce senza uova, latte e burro.
A quanto pare è possibile fare un dolce buono, ma anche leggero.

Ingredienti:
190 gr. di farina
30 gr di cacao
150 gr. di zucchero
300 ml di liquido (acqua + una tazzina di caffè oppure succo di arancia + un paio di cucchiai di rum)
1 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo vanigliato ( piacere)

Procedimento:
In una ciotola versate i liquidi e aggiungete gradualmente farina e cacao setacciati, zucchero e lievito.
Con l’aiuto di una frusta elettrica lavorate fino a ottenere un composto liscio e cremoso
Foderate uno stampo da plumcake (o se preferite potete utilizzare i pirottini da muffin) e  fate cuocere, per circa 30 minuti, in forno pre-riscaldato a 180° (se usate i pirottini ci vorranno 15/20 minuti).
A piacere, una volta che il plumcake sarà raffreddato, spolverizzate con dello zucchero a velo



E anche nella versione muffin



martedì 5 novembre 2013

Cupcake al limone

Finalmete ho il forno nuovo, approfittando del giorno di riposo di papà siamo andati a compare la nuova cucina: fornello a cinque fuochi e forno da ben 90 centimetri (avete idea di quanta roba ci posso infornare lì dentro?!) visto che poi il la cucina che avevamo prima era incassata nel piano, abbiamo dovuto rivoluzionare un po' il tutto, ma dopo due giorni di lavoro di papà finalmente è tutto in ordine e funzionante posso ricominciare con i miei esperimenti.
Per inauguare il forno ho scelto questa ricetta, ispiaatadal libro che stavo leggendo.
Peccato che la ricetta riportata si è rivelata un vero disastro, ma ormai mi ero messa in testa di preparare i cupcake al limone e quindi non mi sono data per vinta: un po' di ricerche tra vecchi appunti e nuove ricette trovate qui e lìsul web hanno prodotto questo

Ingredienti: (20 cupcake circa)
250g di farina 00
80g di fecola
150g di zucchero
1 bustina di lievito
25 gr di burro
buccia e succo di un limone grande
200ml di latte
1 uovo
un pizzico di sale

500 ml di panna
1 kg di cioccolato bianco
scorza grattugiata di 2 limoni

Procedimento:
Per prima cosa (io l'ho preparata la sera prima) preparate la ganache per glassare i cupcake.
Spezzettate il cioccolato bianco e meettetelo in una ciotola capiente.
Quando la panna arriva a bollore versatela sopra il cioccolato e mescolate fino a che il cioccolato non si sia sciolto completamente e la crema si sarà freddata.
Mettete la ciotola in frigo e di tanto in tando mescolatela fino a che non ha ripreso consistenza.
Per le tortine: pesate tutti gli ingredienti secchi scorza di limone compresa, e mescolateli in una ciotola.
In un'altra ciotola con una frusta sbattete l'uovo, con il latte, il burro fuso e il succo di limone.
Versate i liquidi nella farina sempre lavorando bene il tutto con la frusta in modo da non formare grumi.
Una volta che l'impasto è bello liscio e omogeneo versatelo nei pirottini per muffin, riempiendoli per circa 3/4.
Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti
Sfornate i cupcake cotti e lasciateli raffeddare su una grata per dolci.
Con le fruste elettriche montate la ganache di cioccolato per qualche minuto fino a renderla liscia e soffice.
Mettete la ganche in un sac à poche e usatela per guarnire le cupcake.





Una menzione speciale per il mio assistente che si è in particolar modo impegnato con la glassa


Con questa ricetta partecipo al contest di Una fetta Di Paradiso "I Prodotti Da Forno" 

Con questa ricetta partecipo al contest "L'abbuffata prima della dieta"

venerdì 1 novembre 2013

Tag Instagram

Beh visto che non sto cucinando  molto in questo periodo, e visto che sono ancora senza forno quindi non posso sbizzarrirmi con gli esperimenti che vorrei, e visto che io adoro instagram: anche se non ci azzecca un tubo con il tema del blog ho deciso di fare anche io questo tag (e poi qui è casa mia e faccio un po' quello che mi pare no?!)

Rettifico il forno nuovo è arrivato (come vedrete in una delle foto), ora devo solo mettermi in ballo e cominciare ad usarlo come si deve, ma nel frattempo: fatevi un po' di cavoli miei, male non fa!


1- Da quanto tempo sei inscritto ad Instagram?
Se non è stata l prima app che ho scaricato quando ho comprato lo smartphon è statata la seconda, era ottobre 2012, quindi un anno fa più o meno

2- Qual è stata la prima foto che hai pubbicato?
Mia sorella e mio nipote che si ruffianano sul divano
 

3- Vai spesso su Instagram?
Molto spesso, direi più di 10 volte al giorno, anche perchè essendo molto immediato bastano pochi secondi per "aggiornarsi" sulle novità

4- Qual è la tua foto peggiore su Instagram?
Ho avuto il dubbio se si intendesse la peggiore che ho scattato, quella che mipiace meno, o la peggiore in cui io sono il soggetto, poi però guardando le varie foto mi sono accorta chele due cose coincidevano:
Senza trucco, occhiaie da notte completamente in bianco, lasciamo perdere vah che è meglio, però quanto sono belle le lenzuola con il castello di Hogwarts?

5- Qual è la tua foto che ha avuto più successo?
Credevo che la risposta ovvia sarebbe stata qualcosa da mangiare, e sì in effetti sono generalmente apprezzate quelle foto, ma a quanto pare la più apprezzata al momento è quella dei miei piedi con lo sfondo di Colin Firth in Orgoglio e Pregiudizio, il vero e unico Mr. Darcy.

Poi, come dicevo a seguire abbiamo foto di cibo:


Muffin Oreo e dulche de leche

6- Quanti folowers hai? e quanti segui?
Followes 38
Following 44

7- Chi è l'ultima persona che ha messo mi piace a una tua foto?
In contemporanea (e alla stessa foto), astratus, che poi sarebbe papà, e trilli3 

8- Cita una persona famosa o marca che segui?
Ce ne sono vari, gli ultimi che ho aggiunto sono:
 Le Pandorine, adoro le loro borse
Gulia Luzi che interpreta Giulietta nel musical: Romeo e Giulietta Ama e Cambia il Mondo

9- Mostra da una a tre tue foto che preferisci
Stesso dilemma della domanda precedente: mia nel senso di quelle che ho scattato io, o mia nel senso di una foto dove compaio io? nel dubbio facciamo un po' di entrambi, anche perchè la preferita in assoluto è decisamente questa:
Io e mio nipote prima di andare a dormire
Tra quelle cho ho scattato io e che preferisco: la mia Rainbow Cake, in preparazione e pnella fase di pulizia
Se però teniamo conto anche dei video (visto che ormai ci siamo evoluti) al primo posto tra le cose che ho pubblicato su Instagram c'è sicuramente questo:

Ditemi: è o non è i l ritratto della felicità?

10- Qual è l'ultima foto che comare sul tuo profilo?
l'ultima foto che ho scattato io è il primo dolce che sta cuocendo nel nuovo forno (esperimento non riuscito purtroppo)


mentre l'ultima che mi compare nella home è quella degli Oreo Scones



martedì 29 ottobre 2013

Libri IN cucina 1

Personalmente non amo circondarmi di ricettari, ma di libri veri e proprio, romanzi per intenderci, sì (come potete vedere nella colonna qui accanto dalla mia pagina aNobii in continua evoluzione), e visto che ultimamente cucino poco, ho molto più tempo per leggere.
E sta mattina mentre finivo un romanzo ho avuto un'illuminazione: ci sono parecchi libri che ruotano intorno alla cucina. Così quando mi capita di leggerne qualcuno interessante potrei anche parlarne qui, lo so spesso e volentieri sono libri leggeri e spensierati (magari con trame che si somigliano pure un po'), che richiedono poco impegno, ma è uno di motivi per cui mi piacciono. Oltre al fatto che evocano un'atmosfera e un profumo tutto particolare per via della loro ambientazione.
Non sono molto brava con le recensioni, ma ci proviamo lo stesso.

"Cupcake Club" di Roisin Meaney
Hannah è una vera maga in cucina: torte, pasticcini e dessert prelibati non hanno segreti per lei. Sin da bambina, il suo sogno è sempre stato quello di aprire un negozio dove vendere gustose e coloratissime cupcake. E finalmente sta per realizzarlo: il Cupcake Club sarà una novità assoluta per la tranquilla cittadina irlandese di Clongarvin, e lei è pronta a lavorare sodo perché sia un successo. Ma proprio il giorno prima dell'inaugurazione, la vita di Hannah viene sconvolta: il suo fidanzato, Patrick, le confessa di essere innamorato di un'altra e va via di casa. All'improvviso, il coronamento di un sogno sembra coincidere con il peggiore degli incubi. Hannah non può fare altro che rifugiarsi nel suo dolce mondo di pan di spagna appena sfornato, glasse al caffè, vaniglia, gocce di cioccolato e nocciole tostate. E dal bancone del suo negozio osserva la vita degli abitanti di Clongarvin, che continua a scorrere tra nuovi amori, pettegolezzi e colpi di scena. Ma presto Hannah scoprirà che anche per lei il destino ha in serbo una dolcissima sorpresa...
Costo: 9.90 euro euro (3.99 formato kindle)

Mi sono innamorata di questo libro credo alla terza riga o giù di lì, cioè appena la protagonista ha reso noto il suo progetto: aprire un negozio di Cupcake.
Ho cominciato a saeltellare per casa dicendo "Lo voglio fare anche io".
Non si tratta di un libro che lascerà un segno: Hannah lascia il suo lavoro per intrapprendere quuesta nuova attività, e proprio mentre pensa che la sua vita stia per raggiungere la perfezione tutto va a rotoli.
Ma tra uno scandalo di paese e l'altro alla fine riesce a rimettere tutto a posto.
Un punto in più perchè il finale (nonostante sia assolutamente roseo) è meno scontato di quanto non pensassi.

"Mai fidarsi del cuoco" di Katie Fforde
 Nei dieci anni dalla fine del suo tempestoso matrimonio con Lucas, Penny Dylan è cambiata: a ventinove anni è una donna più attraente e sicura di sé che ha imparato a stare bene con sé stessa. Proprietaria di una serra nella campagna inglese dove coltiva biologicamente ortaggi ed erbe aromatiche che fornisce ai ristoranti della zona, Penny è orgogliosa di essere riuscita a rimettere in sesto la propria vita e a dimenticare quanto ha amato, e poi odiato, l'ex marito. Ma un giorno scopre che il suo principale cliente, un hotel rinomato per la cucina, ha assunto un nuovo chef, e questi altri non è che Lucas! È inevitabile che il mondo di Penny cominci a tremare, ma questa volta lui troverà pane per i suoi denti.
 Costo: 9.90 euro





Guardando altre recensioni di questo libro ho notato che molti lamentano che sia un po' sottotono rispetto agli altri della stessa autrice, ma essendo questo l'unico libro della Fforde che ho letto, non ho un metro di paragone.
La storia è carina, ma si basa sul principio: ci amavamo, ci odiavamo, ci amiamo ancora.
arino, insomma non aspettatevi colpi di scena.

"Profumo di cioccolato" di Kathryn Littlewood 
 I genitori di Rose hanno una pasticceria, la Bliss Bakery. E i loro sono dolci magici, nel vero senso della parola! I genitori di Rose hanno anche un segreto: è il Magiricettario, un antico volume che raccoglie ricette magiche, come i Ciococroissant della Felicità e la Torta Tornaindietro alle more. Il giorno in cui i signori Bliss si assentano si presenta alla porta una misteriosa "zia" Lily: alta, bella, vestita di viola, e in più cucina spettacolari piatti esotici. Rose e i suoi fratelli non ricordano di averla mai conosciuta, ma pensano che sarebbe carino offrirle qualcosa di magico. La magia, però, va maneggiata con cura, perché potrebbe essere esplosiva. E quando in città tutti si innamorano di tutti e la gente comincia a scambiarsi verità che era meglio non condividere. toccherà a Rose rimediare. 
Costo: 9.50 euro (6.99 formato kindle)



Il target di questo libro è pre-adolescenziale, scritto in maniera molto semplice e scorrevole, quindi decisamente adatto a letteri di quell'età, forse un po' meno per gli aduti più "raffinati".
Tutto questo non mi ha impedito assolutamente di apprezzare, e molto, una storia veramente graziosa. 
Ho adorato Rose, un eroina che salva il mondo a suon di dolci. 
Sono rimasta un po' spiazzata quando arrivata alla fine del libro ho scoperto che c'era un seguito.
Un seguito che leggerò sicuramente.

martedì 15 ottobre 2013

Cous Cous zucchine e pomodori secchi

Mi piace provare abbinamenti nuovi, questo non ha nulla di particolarmente innovativo, me ne rendo conto, ma non lo avevo mai provato.
Io l'ho preparato come piatto unico per una centa tra amiche piuttosto improvvisata, la preparazione è semplice e veloce,  e il risultato finale è saporito, ma non eccessivo.
Personalmente ho preferito servirlo caldo, ma credo che anche freddo avrebbe il suo perché

Ingredienti:
2 zucchine
150 gr di pomodori secchi sott'olio
1/2 cipolla
50 gr di mandorle a lamelle
300 gr di cous cous precotto
olio extravergine d'oliva
basilico
sale

Preparazione:
Mettete un paio di cucchiai di olio in una padella ampia, e usateli per soffriggere la cipolla triatata molto finemente.
Lavate e le zucchine, spuntatele, e tagliatele in fettine sottili.
Buttate le zucchine nela padella col soffritto e fatele cuocere, rigirandole in modo da non farle bruciare o attaccare per 10/15 minuti (devono essere cotte , ma non mollicce)
Tagliate i pomodori secchi a strisce fateli saltare per alcuni minuti nella padella insieme alle zucchine.
In una pentola fate bollire 300 ml di acqua con un cucchiaio di sale e 4 cucchiai di olio.
Aggiungete il cous cous all'acqua bollente mescolando delicatamente, fatelo gonfiare per un paio di minuti, e poi sgranandolo con la forchetta fate cuocere ancora per 4 o 5 minuti.
Scaldate una padella antiaderente, fate tostare per un paio di minuti le mandorle a lamelle,  e unitele alle zucchine e pomodori.
Una volta che il cous cous è pronto unitelo al codimento nella padella, aggiungete il basilico lavato e tritato e fate saltare il tutto un paio di minuti, aggiungendo, se necessario un po' di olio.



lunedì 7 ottobre 2013

Ritratto di Signora: L'incubo delle spose bambine


Buon lunedì, eccoci qui ancora con la nostra rubrica.
Questa settimana è Miki che ci parla di un argomento assolutamente attuale.

Sin da quando ho cominciato a capire cosa fosse il matrimonio, ho sempre pensato che un giorno mi sarei sposata.
Non mi importava che fosse con Arthur (Candy Candy) o Paul (Rensie la strega) o Edward (Milly, un giorno dopo l'altro), avrei indossato un enorme abito bianco, sarei salita su una sontuosa carrozza, da far appassire la zucca di Cenerentola, e sarei andata a coronare il mio sogno di bambina.
Uno dei tanti, in effetti. Fare la regina era decisamente al primo posto.
Lo avrei fatto all'età giusta, dopo aver incontrato la persona giusta e per i giusti motivi.
Ero ignara all'epoca, e probabilmente ne sono poco consapevole anche adesso, che quello che per me poteva essere un sogno astratto, per altre bambine era un incubo concreto, che si avverava e si avvera troppo presto.
Forse, e sottolineo forse, ad uno sguardo distratto e veloce, queste bimbe non appaiono poi tanto diverse da come apparivo io e le mie amichette il giorno della prima comunione, fiere dei nostri abiti bianchi e svolazzanti e sicuramente vanitose e un po' frivole. Eppure le due cose non possono essere più lontane, non possono essere più diverse.
Mentre a fine giornata noi eravamo stanche, spettinate, sfoggiavamo almeno una macchia sulla gonna immacolata (la mia è del cocktail di gamberi che mi sono buttato addosso praticamente ad inizio pranzo, Ed è ancora lì) e guardavamo adoranti i regali ricevuti, loro si ritrovano stanche e terrorizzate di fronte ad un marito che non avrà nessun rispetto della loro età, della loro innocenza, della loro purezza.


Spesso, affrontando il discorso con altre persone, mi sono sentita rispondere "fa parte della tradizione locale. Se vivessimo lì, ci sembrerebbe normale."


Normale...


Nel Giugno del 2011, Stephanie Sinclair, fotografa per il New York Times e per il National Geographic, alle cui colleghe abbiamo dedicato un ritratto, che potete leggere QUI, ha immortalato la tradizione, ha fotografato questa incomprensibile e raccapricciante normalità in un servizio, Child Brides, e successivamente girando un breve documentario dal titolo Too Young To Wed.




Asia, 14 anni, mamma di due bambine. Non si è mai ripresa dal parto, manifesta frequenti emorragie e non ha la minima idea di come prendersi cura delle sue figlie e di se stessa.

Rajani, 5 anni, in braccio allo zio che, nel cuore della notte, la porta alla cerimonia nuziale.
In India i matrimoni infantili sono illegali, le cerimonie avvengono i gran segreto, con la complicità dell'intero villaggio.



Surita, 16 anni, Nepal. Piange disperata mentre viene trascinata fuori dalla sua casa per essere condotta nel villaggio del marito.





Tahani (in rosa) ha 6 anni. Suo marito ne ha 25.

"Tutte le volte che lo vedevo, cercavo di nascondermi. Lo odiavo."

La storia di Tahani è quella che ha più colpito Stephanie. Non è più terribile di altre, ma è stato impressionante trovarsi di fronte una bimba di 8 anni (nel momento in cui l'ha incontrata lei), che non ha perso ancora tutti i denti da latte, ma che ha un fare di donna vissuta, in grado di parlare delle sue esperienze sessuali. Un comportamento che è un segno evidente del trauma subito.




Nujoud Ali, 10 anni, è diventata un'eroina nello Yemen. E' scappata da un marito violento, molto più vecchio di lei, ha ottenuto il processo ed il divorzio ed è potuta tornare a scuola.

In molti dei Paesi visitati dalla Sinclair, che sono India, Yemen, Afghanistan, Nepal ed Etiopia, i matrimoni infantili sono proibiti, in altri l'età delle giovani spose è stata innalzata a 15 anni, in altri ancora tale "limite" è stato abolito.

Bambine strappate alla loro infanzia, spesso vendute dalle famiglie, scambiate oppure rapite e violentate per poi essere rivendicate come mogli.
Le conseguenze fisiche e psicologiche sono devastanti, spesso fatali.

Non ultima la storia di Rawan, 8 anni, una bambina yemenita morta in una camera d'albergo per lesioni interne, dopo la prima notte di nozze.

E' pensando a Rawan che ho deciso di scrivere questo articolo.
Cerco di immaginare la sua perplessità, la sua paura, il suo dolore e provo un'angoscia devastante, che so essere nemmeno lontanamente paragonabile a quello che ha vissuto lei.
Una bambina poco più grande di mia nipote, che spesso ho paura di abbracciare troppo forte per il timore di farle male, il cui visino riesco ancora ad accogliere tra i palmi delle mie mani come un tesoro prezioso, che sprizza vivacità da tutti i pori...

Come può essere normale tutto questo?

"Penso che la cosa da cui dobbiamo partire è che nella maggior parte dei casi queste bambine non vogliono sposarsi" afferma Stephanie Sinclair, in un'intervista di Rena Silverman, per il National Geographic.
"Come ha detto qualcuno al CSW (Commissione sullo stato della donna): cerchiamo di essere onesti, quando un ventenne fa sesso con una bambina di otto anni, è stupro. E' stupro di minori. E' qualcosa che non possiamo accettare".
Nel momento dell'intervista, sono passati due anni dalla realizzazione del servizio fotografico e, per fortuna, qualcosa è cambiato: c'è una maggiore consapevolezza del fenomeno, su cui si è focalizzata l'attenzione di diverse organizzazioni, tra cui The Elders, un gruppo di leaders mondiali, che ha fondato Girls Not Brides, che oggi conta più di 200 volontari nei Paesi interessati dal fenomeno. 
La stessa Sinclair continua a lavorare sul tema, assieme ad una collega, Jessica Dimmock, con la quale ha aperto il blog tooyoungtowed.org.
Per Stephanie l'istruzione, l'educazione e l'informazione sono le uniche armi con cui combattere, e non solo per quanto riguarda le bambine, ma per le loro famiglie e per l'intera comunità, per far comprendere loro "l'impatto nocivo del matrimonio precoce sulla salute delle loro ragazze, delle loro nipoti e la loro società nel complesso."
Stephanie e Jessica sono da poco rientrate dalla Tanzania, dove hanno raccolto informazioni sulle ripercussioni sanitarie delle giovani spose. Fistola, prolasso uterino e rottura dell'utero sono solo alcuni dei tanti problemi di cui soffrono le vittime.
Durante la permanenza nello Yemen, una ginecologa pronunciò queste parole:
"Quando le ragazze nel vostro Paese sono all'inizio della loro vita, le ragazze nel nostro Paese sono alla fine"



Miki.




 FONTI:











Tutto questo è qualcosa che non può lasciare indifferenti.
Non ci si può trincerare dietro alla tradizione e tirare avanti come se nulla fosse.
La storia di Rawan, citata da  Miki, è solo l'ultima di cui abbiamo sentito parlare, ma chissà quante altre ce ne sono.
Nessuna donna dovrebbe essere costretta a sposrsi, e figuriamoci se questo può essere accettabile per delle bambine che dovrebbero stare a casa a giocare a fare le mamme, non ad esserlo.

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Clara ThePauperFashionist
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