venerdì 24 febbraio 2012

Chiacchiere

AUTOOOOOOOOO!!!! sono rimasta orfana del mio computer ormai è quasi un mese, e dall'assistenza hanno detto 30/60 giorni. Comunque ogni tanto rieso a rubare il portatile di mamma e quindi ne approfitto per un giretto veloce.
E dato il periodo, lo so lo so che da voi carnevale è già pasato, ma qui a MIlano con il rito ambrosiano il carnevale è sabato, quindi ancora non sono in ritardo, mi sembra giusto condividere la mia ricetta per le Chiacchiere.
Non credo che ci sia bisogno di presentzione per questo dolce.
Devo dire la verità il procedimento è puittosto lungo e articolato: impasta, stendi, taglia, friggi, il tutto complicato dalla macchina stendipasta, che io sinceramente non son molto avvezza ad usare, e che quindi mi fa perdere ancora più tempo (ovviamente la mia è quella che ha ricevuto in dote mia madre quando si è sposata, la classica macchinetta per la pasta a manovella, e che prima di me non era mai stata usata da nessuno, e non una di quelle super tecnologiche elettriche che fanno tutte da sole), ma comunque tutti gli anni mi cimento in questo lavoro, perchè una volta assaggiate queste, quelle industriali sincersamente non mi vanno più giù.

Ingredienti:
- 500 grammi di farina 00
-50 grammi di burro morbido
- 3 cucchiai di zucchero
- 2 uova
- 1 pizzico di sale
- 2 cucchiai di anice (in alternativa va bene anche della grappa)
- buccia grattugiata di 1 limone
- mezzo bicchiere di vino bianco (meglio quello frizzante aiuta a fare le bolle)
- zucchero a velo
- olio x friggere

Procedimento:
Mettere la farina sulla spianatoia, ponendo al centro il burro, lo zucchero le uova il sale e l’anice e il limone grattugiato.
Cominciare ad impastare e aggiungere un po’ alla volta il vino, fino ad ottenere una pasta compatta e morbida.
Avvolgere la pasta nella pellicola trasparente e farla riposare x 30-40 min. in frigo.
Prendere la pasta e passarla nella macchina per la pasta fino al penultimo buco di spessore
Dopo avere steso la pasta sul tavolo da lavoro ritagliare con l'aiuto di una rotellina tanti rettangoli (o varie forme) con all'interno dei tagli.
Friggerle in abbondante olio caldo e spolverizzare con zucchero a velo.


Tenete presente che con queste dosi ne vengono veramente molte, non so quanto questa foto possa rendere l'idea, ma questo enorme cumulo di chiacchiere sono solo la metà.

lunedì 6 febbraio 2012

Ritratto di signora: Fiorella Mannoia

È lunedì!!!
E come ogni primo lunedì del mese abbiamo il nostro apuntamento fisso  (anche se sono un pochino in ritardo ma mi perdonate vero?!) con:


Questa volta abbiamo il bellissimo articolo di Elena de Il diario della Fenice
Come sempre potete trovare l'articolo anche sui blog
Books Land di Monica
Miki In The Pink Land di Miki
Cinesofi  di Sofia
e da questo mese si unisce a noi anche Michele Mr.Ink: Diario di una dipendenza

"Con incredibile impazienza, ho aspettato il mio turno per parlarvi di una donna che ho riscoperto solo ultimamente.
Detto questo, vorrei fare una breve premessa. Credo che ogni donna abbia una sensibilità del tutto particolare, un modo di affrontare la vita ed il mondo, completamente differente da quello di un uomo.
Parlo di forza: non quella bruta che permette di sollevare oggetti pesanti o nuocere al prossimo. Parlo della forza del coraggio: la spinta verso il futuro, il desiderio di aiutare, di essere presenti per i propri affetti, indipendentemente dalle circostanze che sconvolgono la vita, da tutti quegli avvenimenti che la rendono diversa, peggiore nel breve termine, ma mi migliore, non smettiamo mai di crederlo, nel lungo. Parlo di affidabilità, di espressività, di necessità di condivisione e di positività.
Tutte qualità che riscontro nella protagonista di questo articolo.
Oggi vi parlerò di una cantante dotata e donna vera, di quelle forti, un esempio talvolta (purtroppo) dimenticato. A trainarmi nella scelta di questo personaggio è stata la sua ultima canzone, “Io non ho paura”, ed un'altra che amo profondamente, Quello che le donne non dicono.
Ormai l'avrete capito, sto parlando di Fiorella Mannoia.



Fiorella Mannoia nasce nel 1954 a Roma, figlia di Luigi Mannoia, stuntman professionista che inizierà sia lei che i suoi fratelli, alla carriera cinematografica come stuntgirl, che abbandonerà qualche anno più tardi a seguito di un incidente accaduto sul set del film “Amore mio aiutami” di Alberto Sordi.

La sua carriera canora inizia nel 1968 al Festival di Castrocaro: pur non vincendo, le viene offerto un contratto discografico con l'etichetta Carish, che le permetterà di incidere i suoi primi 45 giri.
Il primo grande successo arriva nel 1981 quando partecipa a San Remo con la canzone “Caffè Nero Bollente” (link: http://www.youtube.com/watch?v=VAj21CIrHQ4). Dopo questa canzone arriveranno successi quali “come si cambia” (San Remo 1984 – link http://www.youtube.com/watch?v=wlBI03w0Sxk), fino ad arrivare alla celeberrima “Quello che le donne non dicono” (scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone – San Remo 1987 – Link:http://www.youtube.com/watch?v=F0SKDXFHOoo), vero e proprio inno in grado di superare i vari gap generazionali rimanendo sempre attuale.

Dopo aver collaborato con artisti del calibro di Enrico Ruggeri, Francesco De Gregori, Pino Daniele, Ron e Ligabue, dopo aver partecipato ad “amiche per l'Abruzzo” con la Pausini, Elisa, Giorgia e Gianna Nannini, dopo essere stata nominata Ufficiale dal Presidente Ciampi, ed aver prestato la voce alla colonna sonora di “Caro Diario” di Nanni Moretti; eccola arrivare ai nostri giorni con la canzone di cui vi ho parlato proprio all'inizio di questo post, Io non ho paura.

Link canzone: http://www.youtube.com/watch?v=_HEYrqVqDM0&ob=av2n

Ci penso da lontano da un altro mare un'altra casa che non sai
La chiamano speranza ma a volte è un modo per dire illusione
Ci penso da lontano e ogni volta è come avvicinarti un po'
Per chi ha l' anima tagliata l'amore è sangue, futuro e coraggio
A volte sogni di navigare su campi di grano
E nei ritorni quella bellezza resta in una mano
E adesso che non rispondi fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero
E tu da li mi sentirai se grido

Io non ho paura x4

Il tempo non ti aspetta
Ferisce questa terra dolce e diffidente
Ed ho imparato a comprendere l'indifferenza che ti cammina accanto
Ma le ho riconosciute in tanti occhi le mie stesse paure
Ed aspettare è quel segreto che vorrei insegnarti

Matura il frutto e il tuo dolore non farà più male e adesso alza lo sguardo
Difendi con l'amore il tuo passato
Ed io da qui ti sentirò vicino

Io non ho paura x4

E poi lasciarti da lontano rinunciare anche ad amare come se l'amore fosse clandestino
Fermare gli occhi un istante e poi sparare in mezzo al cielo il tuo destino
Per ogni sogno calpestato ogni volta che hai creduto in quel sudore che ora bagna la tua schiena
Abbraccia questo vento e sentirai che il mio respiro è più sereno

Io non ho paura
Di quello che non so capire
Io non ho paura
Di quello che non puoi vedere
Io non ho paura
Di quello che non so spiegare
Di quello che ci cambierà



Perché ho scelto la canzone di questa incredibile interprete?
perchè, a mio avviso, racchiude dentro di sè un messaggio di incredibile positività e coraggio. é come se la Mannoia ci dicesse "lascia perdere il dolore del tuo passato, ti insegnerò ad aprirti al mondo ad accettare ciò che il destino ha in serbo per te con il mio stesso esempio: perché io non ho paura. E nemmeno tu l'avrai".
In un momento storico di estrema incertezza, sia economica sia culturale, la voce di questa donna e le parole che canta, non rimangono sospese nell'aria. Arrivano, ci sconvolgono, ci spronano ad andare avanti sempre.
Senza Paura.
e con queste parole cariche di energia, di forza e di positività, vi auguro una buona giornata!"

Vi aspettiamo il prossimo mese con un articolo scritto da una guest star: Davide, marito di Monica, ha  anche lui deciso di unirsi alla nostra causa.

mercoledì 1 febbraio 2012

Macarons

Era un po' che mi girava per la mente l'idea di provare questa ricetta, ultimamente poi sono comparsi un po' ovunque (li ho visti anche da McDonald's).
Girando girando per il web in cerca delle informazioni più approfondite, delle indicazioni più dettagliate, delle miusre più precise, ho tovato un mare di ricette postate su blog e forum vari, dove tutti quelli che avevano provato  farli spiegavano quanto fossero difficili, e come prima di riuscire a farne una teglia decente ne avessero buttate cinque.
Beh se vi devo dire la verità io non li ho trovati così difficili (siete tutti in grado di montare gli albumi a neve no?) ovvio non è una ricetta per principianti, e, sì certamente non sono perfetti, e qualcuno si è rotto, ma non ne ho dovuto buttare nessuno.
Comunque farò altre prove, e chissà mai che prima o poi io non riesca ad andare a Parigi ad assaggiare i veri macaron  di Pierre Hermè (e forse nel frattempo potrei andare a Milano e assaggiare quelli di Ladurée, decisamente più fattibile, anche se pare che questi ultimi non reggano il confronto, non avendoli mai porvato io non so dire assolutamente)

Ingredienti:
130 gr. di farina di mandorle
125 gr. di zucchero a velo
3 albumi
105 gr. di zucchero semolato

Procedimento:
Per questa ricetta bisogna partire con anticipo.
Separate gli albumi e consevateli coperti in frigo per due o tre giorni (io sta volta non l'ho fatto, ma la prossima mi preparo per tempo, il risultato comunque mi pare accettbile).
Tirate gli albumi fuori dal frigo almeno tre o quattro ore prima di mettervi al lavoro perchè devono essere a temperatura ambiente.
Ora potete iniziare a lavorare.
Mescolate bene la farina di mandorle con lo zucchero a velo
Montate gli albumi a neve ben ferma.
Aggiungete agli albumi un terzo dello zucchero e montate ancora.
Aggiungete un altro terzo di zucchero e montate, e infine il resto dello zucchero e montate di nuovo.
A questo punto  se avete deciso che li volete colorati dovete mettere il colorante ed eventuali aromi (o il cacao se li fate al cioccolato)
Ora aggiungete la farina di mandorle e zucchero a velo, e mescolte il tutto con una spatola.
Bisogna lavorare l'impasto facendolo smontare leggermente.
Mettete la crema risultante in una sac à poche, e formate delle cupolette di circa due cm di diametro (tenendo presente che tenderà ad allargarsi) su una teglia rivestita di carta da forno.
Fino a qui tutte le ricette erano più o meno identiche, sul prossimo passaggio invece ho trovato indicazioni discordanti, alla fine ho fatto una specie di media e ho proceduto un po' a naso (e mi è andata bene)
Lasciate riposare all'aria i macaron crudi per almeno un'ora/un'ora e mezza, in modo che la parte estrena si asciughi, in questo modo quando li cuocerete i macaron formeranno la loro tipica crosticina lucida e non si romperanno (oviamente se l'ambiente dove lavorate è particolarmente umido il tempo di asciugatura sarà più lungo).
Cuocete i macaron in forno ventilato a 150° per 10/13 minuti, non più di 15 comunque altrimenti la meringa si asciugherà troppo.
Sfornate le teglie e lasciate freddare completamente prima di movere i macaron.
Staccateli dalla carta delicatamente aiutandovi con un coltellino o una spatola.
A questo punto siete pronti per farcirli, com molta attenzione, sono piuttosto fragili e io ne ho schiacciato e rotto qualcuno (come protete vedere nella foto) mentre li univo.
Metà li ho farciti con il carmello al buro salato


E metà li ho farciti con la ganache al cioccolato