In collaborazione con
Monica di Books Land
Miki di MikiInThePinkLand
Sofia di Cinesofi
Elena di il diario della fenice
pubblicheremo ogni primo lunedì del mese un articolo scritto a turno da onguna di noi.
Tutto è nato da questo articolo, che Monica ha scritto dopo la visione di una pubblicità che decisamente non le è piaciuta, e che in molte non abbiamo apprezzato.
Così, insieme con Miki, hanno avuto l'idea di creare una rubrica mensile dove poter parlare di donne da prendere realmente ad esempio.
Il primo articolo della rubrica, dedicato ad Ingrid Betancourt, è stato scritto da Monica (potete leggerlo qui), e questa volta è il turno di Miki che ci racconta un esempio di forza di volontà tale che sarà difficile trovarne anche solo di simili.
Abbiamo
aperto la rubrica introducendo una figura come quella di Ingrid
Betancourt, donna alquanto nota anche a coloro che non si interessano
troppo di attualità, politica, ecc. Credo che a tutti sia capitato
almeno una volta di sentir nominare il suo nome, o di vedere le
strazianti immagini della sua prigionia. Un esempio di forza e
determinazione incredibili.
La
donna, o meglio, le donne di cui voglio parlare io oggi,
probabilmente non le conosce nessuno, nessuno le ha mai sentite
nominare, nonostante abbiano dato anche loro una grandissima prova di
coraggio e, soprattutto, di dignità, in un momento in cui lo
sfinimento fisico e morale avrebbe forse giustificato la
scelta di “scendere a compromessi”
Norah
Chambers e Margaret Dryburgh sono solo due delle molte donne che tra
il 1942 ed il 1945, durante il secondo conflitto mondiale, sono state
catturate dai Giapponesi ed internate nel campo di Belalau a
Palembang, nella Sumatra meridionale.
Diplomata
alla Royal Academy of Music di Londra, Norah Chambers ha vissuto in
Malesia per quasi 40 anni, prima con i suoi genitori e poi con suo
marito John Chambers, un ingegnere civile del governo.
Quando
i giapponesi invasero la Malesia, i Chambers riuscirono ad evacuare
la loro figlia di 5 anni in Inghilterra, ma entrambi furono catturati
ed internati in campi separati.
Norah Chambers ha combinato il suo talento con quello di Margaret Dryburgh, fondando l’Orchestra Vocale.
Norah Chambers ha combinato il suo talento con quello di Margaret Dryburgh, fondando l’Orchestra Vocale.
Le
donne del campo si sono lasciate coinvolgere dall’entusiasmo e
dalla forza di volontà di Norah e Margaret, riuscendo a sopravvivere
alle violenze, agli stenti, alla fame, a tutte quelle cose a cui noi
oggi non riusciamo nemmeno a pensare.
Margaret
Dryburgh, infermiera professionale e missionaria, si trovava a
Singapore quando fu catturata e portata a Belalau. Il suo impegno nel
campo fu davvero esemplare: riuscì ad organizzare funzioni
religiose, corsi di poesia, arrangiò anche una sorta di rivista
mensile per i prigionieri, con ricette, sezioni per i bambini e
cruciverba.
Assieme
a Norah riuscì a formare l’orchestra vocale, componendo
personalmente musiche originali o scrivendo i testi delle opere
classiche che ricordava a memoria.
Il
coro aveva quattro sezioni che, canticchiando, riproducevano i
diversi strumenti per
dare l'effetto di un'orchestra, eseguendo brani di Handel, Chopin,
Brahms e Beethoven.
Gli
stessi soldati Giapponesi non potevano fare a meno di stare ad
ascoltare l’orchestra, che si esibiva durante la funzione della
domenica.
Il
coro non fu altro che un modo, per queste donne, di restare unite, di
non cedere, anche quando cedere sembrava l’unica cosa possibile.
Come
quel pomeriggio…quando furono portate nell’adiacente “centro
ricreativo”, dove, messe di fronte ad ogni sorta di leccornia, alla
prospettiva di avere un letto, sapone, acqua corrente, si chiedeva
loro “solo” di intrattenere
gli ufficiali giapponesi. Alcune accettarono senza esitazione, ma
altre no. Rimasero ferme e immobili nella loro immacolata dignità,
consapevoli del fatto che nutrire il corpo a quel modo non avrebbe di
certo nutrito le loro anime, i loro cuori.
Suonarono
e sperarono fino alla fine, fino a quando molte di loro vennero a
mancare per malnutrizione o malattia.
Helen
Colijn,
superstite
del
campo
e
autrice del libro "Canzone
della
Sopravvivenza"
ha
descritto la
prima
esibizione
del
gruppo:
"Le cantanti erano sedute su piccoli sgabelli, troppo deboli per la malnutrizione e le malattie per stare molto tempo in piedi. Indossavano abiti sbiaditi e rattoppati o pantaloncini e prendisole. Erano a piedi nudi. Bende intorno alle gambe coprivano piaghe dovute alle malattie tropicali.
"Le cantanti erano sedute su piccoli sgabelli, troppo deboli per la malnutrizione e le malattie per stare molto tempo in piedi. Indossavano abiti sbiaditi e rattoppati o pantaloncini e prendisole. Erano a piedi nudi. Bende intorno alle gambe coprivano piaghe dovute alle malattie tropicali.
Norah
Chambers
alzò
le mani.
Molto
sommessamente,
come
attraverso
una
nebbia,
i
primi accordi
del
'Largo'
della
New
World Symphony
arrivarono
fino a noi
ascoltatori.
Alcuni
di noi
piangevano.
Non
ci aspettavamo
tanta
bellezza
tra
gli
scarafaggi,
i topi, le
cimici,
i
pidocchi,
e
l'odore
delle
latrine.
Il concerto rinnovò il nostro senso della dignità umana. Ci ha dato coraggio per andare avanti. "
L'orchestra vocale ha continuato a svolgere la sua attività per più di un anno, quando ormai la metà delle cantanti era morta ed il resto era troppo debole per continuare.
Il concerto rinnovò il nostro senso della dignità umana. Ci ha dato coraggio per andare avanti. "
L'orchestra vocale ha continuato a svolgere la sua attività per più di un anno, quando ormai la metà delle cantanti era morta ed il resto era troppo debole per continuare.
Dopo
la conclusione
della
guerra
una
copia
del
manoscritto
della
musica
è
stato donato alla
Stanford
University
a
Palo Alto,
California,
dove
il Peninsula
Women’s Chorus si è esibito nel 1982 di fronte a Norah Chambers.
Da questa triste ma esemplare vicenda è stato tratto anche un film, Paradise Road, interpretato magistralmente da Glenn Close e Kate Blanchett.
Eccovi
il trailer:
Norah
e Margaret non sono un esempio “astratto” di forza e rigore
morale, ma sono state un punto di riferimento CONCRETO per le loro
compagne, una spinta per la sopravvivenza, un appiglio per non
sprofondare nella disperazione. (Miki)
Se avete apprezzato quello che avete letto sino ad ora, se l'idea di questa rubrica piace a voi quanto a noi, allorta potete mettere il nostro bunner nel vostro blog.
Oppure se avete qualche idea o suggerimento, o se vi siete tanto entusiasmati a questa iniziativa da voler partecipare anche voi potete contattare Monica: moki418@hotmail.it e Miki: imaginary82@hotmail.it
Oppure se avete qualche idea o suggerimento, o se vi siete tanto entusiasmati a questa iniziativa da voler partecipare anche voi potete contattare Monica: moki418@hotmail.it e Miki: imaginary82@hotmail.it
E' bellissimo vedere tutti i nostri blog con la stessa rubrica!!! L'articolo di Miki è favoloso e non vedo l'ora di leggere il tuo!!!!
RispondiEliminaEd eccomi qui!!! Speriamo che ci sia una grande collaborazione! Già noi cinque non ci ferma nessuno!!!
RispondiEliminaBeh ragazze grazie mille per questa stupenda idea.
RispondiEliminaE riguardo al mio pezzo "stiamo lavorando per voi"
(come le autostrade XD)
ed eccomi anche qua....siete bravissime ragazze...questa iniziativa mi piace un sacco...e sono molto curiosa di leggere il prossimo articolo....queste si sono le figure che dovremmo prendere tutti ad esempio...
RispondiElimina