Ho fatto il mio primo tatuaggio il 14
Gennaio del 2006, dopo un orrendo periodo della mia vita. E' piccolo,
relativamente nascosto, ma racchiude un forte significato.
Il secondo, fatto il 17 Ottobre del 2012, è
legato ad un altro brutto episodio, ma, ogni volta che lo guardo, non
posso trattenere un sorriso.
L'ultimo, il 17 Ottobre del 2015, è il più
grande ed è legato a tantissimi momenti di gioia. Non è quello
realizzato meglio, purtroppo, ma lo amo infinitamente.
"E se poi te ne penti?"
"Ma sai che brutto quando sarai vecchia?"
Le reazioni di molte persone davanti ai miei tatuaggi è alquanto discutibile.
Non ho mai pensato al tatuaggio come una
moda o un ornamento e sicuramente si tratta di una decisione con cui
farò i conti per tutta la vita.
Ma non è così per ogni decisione presa?
Le conseguenze saranno davanti ai nostri occhi sempre, che si vedano o meno.
E quando sarò vecchia, il mio corpo potrà
non essere gradevole alla vista di qualcuno, ma non sarà un tatuaggio a
renderlo peggiore. E comunque ci si può sempre girare dall'altra parte.
Commenti del genere non mi danno più
fastidio, ormai ci ho fatto l'abitudine, ma ci sono alcune obiezioni che
puntualmente mi fanno contare fino a dieci prima di rispondere:
"Sì, i tatuaggi sono belli... Su un uomo però, non su una donna"
"Eh, ma tu sei femmina, perchè ti stai rovinando così?"
Perché nel 2016, troppe molte persone - e tante sono donne - apprezzano questo
ma disprezzano questo
Il tatuaggio è uomo? Non direi proprio...
Le prime tracce di tatuaggi sono state ritrovate su corpi di donne
Amunet, vissuta a Tebe nel 2200 a.C., era una sacerdotessa della dea Hathor.
La sua mummia presenta tatuaggi sul ventre a cui sono stati attribuiti significati legati alla fertilità.
Altre mummie di donne risalenti allo stesso periodo riportano tatuaggi, assenti invece sui corpi degli uomini.
Il corpo della principessa Ukok è stato ritrovato in Siberia nel 1993.
Risale a 2500 anni fa e presenta tatuaggi dall'aspetto
sorprendentemente moderno: una sorta di animale mitologico - una renna
con il becco di grifone e le corna di un capricorno - le ricopre la
spalla sinistra e altri simboli sono presenti sulle mani. Probabilmente
stavano ad indicare un ruolo superiore a quello degli altri appartenenti
alla comunità.
E' profondamente in errore chi pensa che il tatuaggio sia un fenomeno nuovo.
In un remoto passato era comune anche per
le donne mostrare questi segni indelebili sul corpo. Le motivazioni
potevano essere diverse e potevano essere legate alla fertilità, alla
guerra, alla posizione, al tramandarsi visivo del sapere, e già
all'epoca era considerato un modo per abbellire il corpo.
Non ho trovato molte informazioni sul come e sul perché sia cambiata la concezione che si ha di questa pratica.
L'Imperatore Costantino la proibì con un decreto che si appellava al Levitico (19,28: "Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi stamperete segni addosso"),
in cui si condannavano i marchi sulla pelle, e risalgono al XVII secolo
le prime testimonianze secondo le quali il tatuaggio era identificato
con il mondo delle prostitute e dei criminali. In questo periodo,
infatti, le cortigiane cominciarono a farsi tatuare.
Dalla seconda metà dell'800 fino agli anni
'40, sfoggiare un tatuaggio per una donna era un atto coraggioso, che
sfidava i rigidi tabù dell'epoca.
Ballerine di Night, ragazze dei Freak Show,
modelle alternative, antenate del moderno burlesque, andavano in giro
con i corpi completamente tatuati.
Una delle prime Circus Ladies di cui si ha testimonianza è Nora Hildebrandt,
che nel 1882, all'età di ventidue anni, con i suoi 365 tatuaggi
realizzati dal padre (uno al giorno per un anno), venne fatta esibire al
Brunell's Museum di New York.
Qualche settimana dopo toccò ad Irene Woodward, Bella Irene, autoproclamatasi "The Original Tattooed Woman".
Betty Broadbent fu ribattezzata "la più giovane donna tatuata al mondo".
Aveva 17 anni quando, stufa di fare la babysitter, andò a New York e si fece tatuare Pancho Villa sulla gamba sinistra, Charles Lindbergh sulla destra ed una Madonna con Bambino sulla schiena. Tanto per iniziare.
Betty fu la prima ad esporre i suoi tatuaggi per quello che erano. Non raccontava, come le altre cisrcus ladies, storie di rapimenti e sevizie da parte di indiani, per attrirare l'attenzione della gente.
Betty era diversa. Era giovane, sicura di sé ed anticonformista.
Aveva 17 anni quando, stufa di fare la babysitter, andò a New York e si fece tatuare Pancho Villa sulla gamba sinistra, Charles Lindbergh sulla destra ed una Madonna con Bambino sulla schiena. Tanto per iniziare.
Betty fu la prima ad esporre i suoi tatuaggi per quello che erano. Non raccontava, come le altre cisrcus ladies, storie di rapimenti e sevizie da parte di indiani, per attrirare l'attenzione della gente.
Betty era diversa. Era giovane, sicura di sé ed anticonformista.
Queste ed altre figure contribuirono, in maniera diversa, alla nascita delle prime associazioni di donne tatuate per scelta (negli anni venti, in America, gli uomini facevano tatuare le mogli, anche contro la loro volontà, in segno di possesso), che, dall'epoca vittoriana in poi, si identificavano anche con le più indipendenti economicamente e con coloro che avevano avuto la possibilità di viaggiare senza sottostare a mariti e famiglie oppressive.
Donne che esibivano la loro pelle
illustrata con un coraggio paragonabile alla stessa irriverenza
rivoluzionaria delle prime suffragette e delle protofemministe, che
fecero propria una pratica vietata per secoli in Occidente, da papi,
teologi, sovrani, e ne fecero espressione di bellezza ed autonomia, trasgredendo gli ideali di purezza e decoro femminile.
Risale agli inizi del '900 anche la prima tatuatrice donna, Maud Wagner, nata nel 1877 in Kansas.
Maud era una trapezista e contorsionista, che lavorava in numerosi circhi itineranti. Iniziò ad esercitare la reietta professione, dopo aver incontrato Gus Wagner, un tatuatore, che sposò qualche anno dopo il loro incontro e da cui ebbe una figlia, Lotteva, che iniziò a tatuare all'età di nove anni e che diventò lei stessa un'artista.
Maud era una trapezista e contorsionista, che lavorava in numerosi circhi itineranti. Iniziò ad esercitare la reietta professione, dopo aver incontrato Gus Wagner, un tatuatore, che sposò qualche anno dopo il loro incontro e da cui ebbe una figlia, Lotteva, che iniziò a tatuare all'età di nove anni e che diventò lei stessa un'artista.
Maud faceva a pugni con i perdigiorno che
entravano nella sua bottega per allungare le mani e incideva cuoricini
con il nome dell'amato sulla pelle di giovani fidanzate, quali sigilli
d'amore indelebili. I Wagner, nonostante l'invenzione del tatuaggio a
macchina, rimasero fedeli alla tradizionale tecnica "hand-poked", che
portarono in giro per tutti gli Stati Uniti.
Un articolo a parte dovrebbe essere scritto per parlare della tradizione orientale, e giapponese in particolare, del tatuaggio.
Nella seconda metà del '900, i tattoo sono stati una forma di ribellione contro il governo. A quell'epoca infatti, le donne della classe media non potevano indossare i kimono, riservati solo alle nobildonne, e si facevano tatuare sul corpo disegni simili a quelli delle sete preziose con cui venivano realizzati.
Nella seconda metà del '900, i tattoo sono stati una forma di ribellione contro il governo. A quell'epoca infatti, le donne della classe media non potevano indossare i kimono, riservati solo alle nobildonne, e si facevano tatuare sul corpo disegni simili a quelli delle sete preziose con cui venivano realizzati.
Con il passare degli anni, il tatuaggio fu
associato sempre di più al corpo maschile, diventando prerogativa di
militari e marines e, successivamente di alcune categorie di individui
che vivevano ai margini della società, come marinai e carcerati.
Ciò portò ad una vera e propria
stigmatizzazione delle donne tatuate, che continuarono però ad
utilizzare questa forma d'arte per esprimere una protesta ed il distacco
dalla modernità, come negli anni '60-'70 con il fenomeno hippie.
Solo a partire dagli anni '80/'90 il
tatuaggio comincia a ripulirsi di tutte i pregiudizi che gli hanno
affiancato nel tempo, ma continua a rimanere critico il fenomeno sul
corpo femminile.
Ad oggi possiamo assistere a fenomeni
diversi. da una parte ci sono modelle e donne dello spettacolo che
sfoggiano un corpo tatuato con disegni delicati, piccoli e che seguono
le linee di un corpo senza difetti, che segue i canoni di una bellezza
conforme agli stereotipi, dall'altra ci sono donne che praticano il
tatuaggio come nell'antichità e lo vedono come uno strumento di comunicazione visiva di un messaggio.
Svariate sono le motivazioni che portano le
donne a tatuarsi e ciò è stato anche oggetto di "studio" da parte di
alcuni ricercatori francesi, che sono approdati a risultati alquanto
discutibili: "Le donne tatuate sono considerate dagli uomini della Bretagna più attraenti e più disponibili".
Lampante esempio di una visione limitante e stereotipata.
Lampante esempio di una visione limitante e stereotipata.
Tatuaggio come body art ma anche come terapia, per camuffare menomazioni chirurgiche, traumi del corpo e dell'animo.
Ed è proprio con questo che voglio concludere.
P.Ink è un'associazione che si propone di mettere in contatto donne sopravvissute ad un cancro al seno e sottoposte a mastectomia con tatuatori disposti a donare loro una forma di guarigione che nessun altro può dare.
Perché il cancro al seno non deve lasciare l'ultimo segno
Ringrazio Miki per averci raccontato la storia del tatuaggio, in parte la conoscevo, ma non avevo mai approfondito.
Personalmente la reazione maggiore che riscontro quando gli altri sanno che ho un tatuaggio è di stupore "Ma come propio tu, ma se sembri una così brava ragazza?!"
Sembro?! E ora?
Mai capito cosa cambiasse
Monica Book Land
Miki Miki In The Pinkland
Francesa di Franci lettrice sognatrice
Miki Miki In The Pinkland
Francesa di Franci lettrice sognatrice
Daniela Un libro per amico
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