lunedì 2 aprile 2012

Ritratto di signora: Donne d'altri tempi

Eccoci ancora una volta alla nostra amata rubrica ritratto di signora, nata, come ormai ben sapete, a seguito della "denuncia" di Monica della sua indigniazione per una pubblicità che ha trovato affissa sui muri  della sua città (potete leggere tutto qui ).
Questo mese il ritratto che leggeremo ce lo dipinge Clara di ThePauperFashionist
Potete leggere la nostra rubrica sui blog di:
Monica Book Land
Miki Miki In The Pinkland
Michele Mr.Ink. diario di una dipendenza
Francesa di Franci lettrice sognatrice

"
Quando ho cominciato a pensare a quale personalità descrivere all'interno di questa rubrica mi è subito venuta in mente l'immagine di mia nonna. No, non è una barzelletta e nemmeno un modo di dire!
Come ha detto Miki, l'intento di “Ritratto di Signora” è quello di parlare di “Donne con la “d” maiuscola, che comunichino un messaggio di serietà, di valori veri e di moralità”. Io ho pensato che non è necessario andare troppo distante per trovare questi esempi: alcuni li abbiamo già accanto a noi ogni giorno. Mia nonna non si è mai battuta per le pari opportunità, non ha mai marciato in difesa della libertà di opinione, non ha mai firmato petizioni per i diritti umani. Ma è stata una donna forte e una madre pronta a fare di tutto per i suoi figli, come tante altre madri. Mia nonna è nata nella Sicilia del fascismo, si è sposata in un abito bianco immortalato in una seria foto in bianco e nero, e ha cresciuto i suoi quattro figli. Era una donna caparbia, mia nonna, che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Aveva i valori di una società tradizionalista, rimasta per certi versi ancorata al passato: la religione, la famiglia, il rispetto degli altri, il sacrificio personale in nome di chi si ama. La religione può essere più o meno condivisa, ma in quanti possiamo dire di avere oggi sotto gli occhi esempi di personalità che promuovano gli altri punti? E' forse la televisione a passarci un'immagine di serietà e onestà? Sono forse gli uomini che ammiccano ogni giorno dalle foto sui giornali? E' per questo che ora sto scrivendo di mia nonna, perchè lei, nel suo piccolo, ha fatto tutto ciò che doveva fare, credendo in ideali che ormai, purtroppo, sono spesso poco considerati. Lei e tante altre donne “normali”, per le quali non posso però parlare poichè non le conosco.
 Mi ricordo le sue mani forti e instancabili che impastavano la pasta per la pizza. Tanta di quella farina che avrebbe potuto sfamare l'Africa intera, teglie e teglie imburrate per riempire la pancia di tutti i parenti. Si alzava alle cinque di mattina e incominciava a lavorare per i suoi nipoti, che tanto amavano tutto ciò che le sue mani di cuoca in borghese creavano. Quando andavo in cucina alle dieci, già stremata dal caldo di agosto e stanca come solo noi giovani di oggi possiamo essere appena svegli, la trovavo più pimpante di me, pronta a baciarmi, a parlarmi in dialetto, a ridere con complicità. Aveva una risata bellissima, profonda e calda, che si estendeva ai suoi occhi neri e faceva venire voglia di sorridere; non come quelle fredde risate di cortesia che troppo spesso esibiamo. Quando si arrabbiava, invece, diventava una piccola furia con la voce grossa. Ma durava poco: non era capace di tenere o farsi tenere “il muso”. La domenica si metteva un vestito a fiori, un po' si rossetto, prendeva la sua borsetta e andava a Messa. Era bella, non aveva bisogno di trucco: la pelle ancora giovane e scura, i capelli neri, il sorriso aperto e sincero. Non aveva paura di faticare: in autunno andava a bacchiare le olive, le portava al frantoio, il resto dell'anno lavorava nel suo negozio di Articoli da Regalo. Non si tirava mai indietro davanti alla fatica, perchè sapeva che quello che faceva rendeva felici le persone intorno a lei e contribuiva a costruire il loro futuro. La sera, quando tornavo dal mare, avrei potuto chiederle di cucinarmi un tacchino arrosto che lei senza battere ciglio si sarebbe alzata, sarebbe andata dal macellaio e avrebbe poi cominciato a prepararlo. Per me, per vedere un sorriso sul volto di una ragazzina di tredici anni. Dava senza chiedere nulla in cambio, per amore. In teoria dovremmo farlo tutti, in pratica non è così. Ma se ognuno di noi condividesse un po' della premura, dello spirito di sacrificio, della gioia di vivere che mia nonna aveva, allora potremmo definire la nostra società “civile”. E io non sarei qui a scrivere questo post."

Come sempre se avete proposte, domande o dubbi potete scrivere a Monica moki418@hotmail.it
e Miki imaginary82@hotmail.it.

Grazia ancora a Clara per le sue meravigliose parole e vi aspettiamo il prossimo mese con un nuovo ritratto.


3 commenti:

  1. Come sempre è un'emozione leggere le vostre parole!

    RispondiElimina
  2. Splendido... e poi è così bello ritrovarsi tutti insieme, oramai è un appuntamento immancabile.

    RispondiElimina
  3. :) un po' come prendere un caffè tutti insieme!

    RispondiElimina